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834. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi (1452 agosto 30 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza ricorda al luogotenente di Lodi l'andata di Giovanni Matto e della moglie a Vercelli, mentre il fratello è rimasto in prigione e vi rimarrà finché non verrà data garanzia. Dispone che le donne dei traditori possano, per il momento, avere di che vivere nelle loro case.

Domino locuntenenti Laude.
Respondendo ale vostre lettere, et primo, ala parte de Iohanne Matto ito a Verceli cum la molie, lassato el fratello in pregione, et anche la cagione dela sua andata restiamo avisati, et provederimo a quanto ne scriviti de non lasay venire là quello amico, et volimo che vuy faciate retenire el fratello d'esso Iohanne Matto fin a tanto ve scriverimo altro postquam è stato (dato) segurtade del fratello. Ala parte de quelle done deli traditori, quale domandano da vivere, siamo contenti che con bono modo et ordine gli faciate provedere del loro vivere pur in le case loro, non gli cazando né facendo altra novità, fin a tanto che ve avisaremo et darimo el modo de quanto se haverà a fare in questa materia. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.