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876. Francesco Sforza a Pietro da Norcia 1452 settembre 9 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza vuole che Pietro da Norcia, luogotenente di Lodi, faccia sgombrare la casa di quel cittadino in cui sono sistemate le famiglie dei soldati e metta, come ordinatogli. Schiaveto e Galasso che hanno diritto di essere alloggiati per essere tutto il dì presso la persona del duca.

Domino Petro de Nursia, locumtenenti Laude.
Schiaveto et Galasso, nostri famegli, ne hanno dicto che non haveti voluto mandare ad executione le nostre lettere ve scripsimo questi dì passati, che dovessevo tirare fuora della casa de quello citadino, dove sonno allogiate le fameglie loro, quelli soldati che gli sonno logiati. Per la qual cossa quello citadino vole caciare via dicte loro fameglie perché, dice, sonno tropo strecti et non gli possano stare. Dela qual cosa, essendo cossì, che non crediamo, ne maravigliamo, considerato maximamente che l'è pur honesto che li famegli che stano tucto el dì presso la nostra persona, como fanno li dicti Schiaveto et Galasso, non siano tractati como li altri. Pertanto ve dicimo che se non haveti mandato ad executione dicte nostre lettere, subito recevuta questa, la debiati mandare ad executione, cioè caciare fuora quelli soldati che sonno in quella casa dove stano dicte loro fameglie, et siano che se vogliano. Data in castris apud Quinzanum, die viiii septembris 1452.
Marchus.
Iohannes.