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882. Francesco Sforza a Bosio Sforza (1452 settembre 10 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza si dispisce con Bosio Sforza del suo comportamento verso Alessandro perché a ogni richiesta di cavalcata risponde sempre negativamente, ricordandogli di essere stato mandato lì per provvedere insieme ad Alessandro all'utile dello stato.

Domino Bosio Sfortie.
Como tu debbe sapere nuy te mandasemo de là perché tu te dovesse intendere cum Alexandro, nostro fratello, a fare dele cose fusseno a mantenimento et utile del stato nostro et deli inimici nostri; et questo fo el pensiero et oppinione nostra. Ma havendone avisato dicto Alexandro, nostro fratello, che assay fiate havendote luy rechiesto a qualche bona cavalcata, tu gli responde non sapere dove potere lassare el carriagio, e pur doveristi pigliare el partito, quando te accadesse cavalcare de mettere el carriaggio in la terra et poy ala tornata retenerlo, de questa tale responsione non possiamo se non maravigliarse et anche dolerse, né sapimo pensare donde proceda, se non da nostra propria desgratia, la quale da uno tempo in qua sempre ha voluto che tuti quelli havimo mandati fuora, hano facto tuto l'opposto di quello gli havimo comettuto. Per certo non è altro, se non nostra desgratia. Data ut supra.
Cichus.