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895. Francesco Sforza a Sillano Negri 1452 settembre 12 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza rimprova Sillano Negri per essere tornato a Pavia senza avere chiusa la vertenza in cui è coinvolto Oldrado da Lampugnano, consigliere ducale e governatore di Parma. Non volendo che per tale motivo Oldrado lasci Parma, ordina a Sillano di ritornare e terminare la causa in modo che nessuna delle parti per ritardi, possa patire ingiustizia alcuna.

[ 215v] Domino Silano de Nigris.
El spectabile messer Oldrado de Lampugnano, nostro consigliero et governatore in Parma, ne scrive per una soa lettera, come vederiti per la copia inclusa, per la quale, como vedeti, molto gravemente se lamenta et dole del'andata vostra a Pavia, non havendo dato fine ala causa sua, quale haveti nelle mane; per la qual cosa nuy el vedemo sì affannato che non voressemo se partisse da Parma al presente, dove è molto necessario, per venire a trovarne. Il perché, lassamo stare che la causa sia sua, et sia luy dove ch'el è, ma se la fusse bene del più minimo subdito habiamo, non possemo fare che non ne maravigliamo de tanta tardità et longheza che havete usata et usate in diffinire essa causa. Et pertanto, considerato li sopradicti respecti, ve caricamo et stringemo che vogliate omnino retornare ad Mediolano et vogliate, senza avere reguardo de persona alcuna dele parte, terminare et dare debito fine ala dicta causa per modo che niuna d'esse parte possa, né de iniusticia, né de longheze de tempo dolerse cum rasone, perché a chi serà pronuntiato contra, haverà pacientia et li converà stare contento ala raxone. Siché vogliate darli fine, como havemo dicto, senza più longheza. Data in castris apud Quinzanum, die xii septembris MCCCCLII.
Iohannes.