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951. Francesco Sforza a Bartolomeo da Correggio (1452 settembre 26 "apud Lenum").

Francesco Sforza informa Bartolomeo da Correggio, referendario di Pavia, e a Gracino da Pescarolo, dei Maestri delle entrate ducali, delle lagnanze della comunità di Vigevano per il divieto di condurre in città i panni, a dispetto di lettere ducali, da parte di alcuni Pavesi. Il duca ritenendo necessario che si autorizzi chiaramente il libero ingresso, chiede a Bartolomeo e a Gracino di fargli sapere se, aderendo alla richiesta, si danneggi alcuno.

Spectabili militi et egregio, nostris dilectis, domino Bartholomeo de Corigia, referendario Papie nec non Gracino de Piscarolo ex Magistris intratarum nostrarum.
La nostra comunità de Viglevano altre volte fece querella appresso nuy che gli fideva facta inhibitione per alcuni de quella nostra cità al condure deli suoy panni de lana per vendere et mercatare in essa cità, nonobstante che iamdiu et ab antiquo non gli fusse facta simile inhibitione; il perché ce recordiamo havere facto scrivere lettere sopra ciò, cussì ad instantia d'essa comunità de Viglevano, come etiandio dela comunità de Pavia. Novamente la comunità de Viglevano ne ha facto dire che quamvisdiu gli conducano pur deli panni, nondimeno gli conducono cum timiditate et dubio, richiedendo che faciamo chiarire che gli possano condure libere senza veruna exceptione. Pertanto, non intendendo nuy che sia preiudicato ale ragione de alcuna dele parte, volimo che, non attenduta alcuna particularità, ve debiate informare se, concedendo questo ala dicta comunità de Viglevano, dummodo che li panni fossero facti bene et laudati ad extimatione de valente homini, se faria iniuria ad alcuno; et de quanto trovariti, ne avisate per lettere simul cum apparere vostro. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.