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991. Francesco Sforza ricorda a Bolognino de Attendoli (1452 ottobre 6 "apud Lenum").

Francesco Sforza ricorda a Bolognino de Attendoli, castellano di Pavia, quanto scritto sulla reclusione dei prigionieri, precisando che, essendo Gabriele Brenno e Stefano Rabia ammalati e non dando preoccupazioni per la loro sicurezza, li tenga pure separati fino alla loro guarigione. Lo tranquillizza circa la trattenuta della decima della paga e scrive ai Maestri delle entrate che non facciano alcuna trattenuta sul suo stipendio.

Bolognino de Attendolis comiti Sancti Angeli, castellano Papie.
Havimo recevuto le tue lettere circha il facto deli pregioni, ale quale respondendo dicimo che, considerati li tempi occurrenti et quanto potria preiudicare ale fiate la fuga deli pregioni, et ricordandoci dela fuga del marchese da Cotrona, et anche del caso intrevene a questi dì nella rocha de Monza cum tanto periculo, te scripsemo quanto tu vedesti. Se messer Gabrielo da Brenno et Steffano Rabia fossero sani, serissemo contenti che tu gli serasse in la gabia, dove, tu scrive havere restrecto tucti l'altri ma, siando loro agravati, como tu scrivi, et parendote poterne stare securo per quella segurtà tu hay da loro, siamo contenti et remettimo in ti de lasarli in le camere fina tanto che siano guariti, havendo bonissima advertentia che non possano praticare né conferire cum alcuno suspecto, et de tucto questo lassiamo el carico a te.
Ala parte dela decima dela paga qual voriano far retenire li Maestri dele nostre intrate, a noy non pare ragionevole né volimo per cosa del mundo che sia retenuta; et cussì per le alligate scrivimo ad essi Maestri che provedano omnino non ve sia retenuta et credimo ordinarano che la paga cora senza quella retentione dela decima. Gli scrivimo etiandio che provedano le due paghe siano assignate su l'imbotati del'anno presente, como tu scrivi etiandio haverlo facto comandare madona Biancha ch'el faciano. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.