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1004. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni 1453 gennaio 3 Milano

Francesco Sforza avverte Bartolomeo Colleoni, suo condottiero, di aver ordinato a tutti i gentiluomini Spinola della valle Scrivia, come a tutti gli altri Genovesi che sono al di qua del Giogo che gli diano aiuto di balestrieri, guastatori, cernede e quant'altro egli richiederà per l'impresa contro il Monferrato. Mandi Americo Forti, o altri (siano due ... uno per uno dali dicti gentilhomini) che crederà, a richiedere tali uomini: non vogliano né debiano butare questa cosa in denari.

Magnifico et strenuo viro Bartolomeo de Colionibus, armorum capitaneo nostro dilectissimo.
Havimo al presente ordinato e scripto a tucti li gentilhomini Spinoli de Valle de Scrivia et cossì a tucti l'altri Zenoesi che stano de qua dal Zovo, como per le nostre lettere patente, quale mandamo alligate vedereti, che ve debiano per favore de quella impresa (a) contra Monferrà, alla quale setti, providere e dare tucti quelli balestreri, guastatori, cernede et ogni altro favore che vuy gli rechiedereti. Pertanto voliati subito, recevuta questa, mandare Americo delli Forti, o altro che parerà a vuy, che siano duy cum dicte nostre patente, uno per uno dalli dicti gentilhomini ad rechiederli tucti quelli balestreri, cernede, guastatori et subsidio ve parerà, ordinando ad quelli che andarano dalli dicti gentilhomini che non vogliano né debiano butare questa cosa in denarii, [ 368r] ma togliano daloro lo subsidio gli fareti rechiedere o de balestreri o de cernede o de guastatori o altramente, como ad essi parerà meglio poterlo dare, ma habiati advertentia che quelli andarano, habiano tale mandato e commissione, che non trabalzano questa cosa. Ex Mediolano, iii ianuarii 1453.
Marchus.
Cichus.


(a) Segue de depennato.