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1007. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1453 gennaio 3 Milano

Francesco Sforza non si di lunga a scrivere a Sceva de Curte, consigliere e oratore ducale a Genova, perché ritiene che sia già in viaggio con gli ambasciatori. Gli acclude una copia dellalettera che ha inviato al doge in modo che lui scriva a chi gli pare per far sì che essa habia effecto.

Spectabili militi et iuris (a) utriusque doctori domino Sceve de Curte, consiliario et oratori nostro dilectissimo Ianue.
Tucte le vostre littere havemo recevute et intese et a quelle havemo facto una breve resposta, cioè che vegnati da nuy con li ambaxatori che vengono qui. Perché siamo certi che questalittera ve troverà in via, non ne extendimo a replicare altro se non che vegnati con più presto ve sia possibile. Scrivemo unalettera al'illustre signore duxe, della quale ve mandiamo inclusala copia, siché scriveti a chi ve pare, perché la executione de dicta nostralettera habia effecto. Ex Mediolano, die iii ianuarii 1453, hora xvii.
Leonardus.
Cichus.


(a) Iurius in A.