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1021. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1453 gennaio 5 Milano

Francesco Sforza conferma a Giorgio de Annone, luogotenente di Alessandria, di essere stato avvisato dal Colleoni che intende mettere il campo a Pozolo. Quanto alle bandiere del re di Francia esposte a Solerio, Quarniento e Felizano, egli non ritiene tale esposizione che un trucchetto guglielmino per cercare di allontanare la furia colleonesca che gli sovrasta. Gli sforzeschi devono tirare avanti virilmente contro i nemici, incuranti di quelle bandiere messe fuori (ne è convinto) all'insaputa dl sovrano francese.

[ 374v] Spectabili viro Georgio de Annono, locontenenti Alexandrie, dilecto nostro.
Havemo veduto quanto tu ne scrivi per doe toe littere de ii del presente della deliberatione presa per lo magnifico Bartolomeo Colione et quelli nostri conducteri de andare ad campo a Pozolo, et della provisione hay facta de mandarli la bombarda con li apparechi soy et le victualie dove vorrano, et cetera, et delle bandere della mayestà del Re de Franza che hanno butate fuora Solerio, Quarniento, Felizano et quelle altre terre, et cetera. Alle quale respondendo dicemo, prima, alla parte della deliberatione presa de andare a campo a Pozolo, ne restamo contenti et per questa non dicemo altro, perché ne siamo stati chiaramente avisati per littere del prefato magnifico Bartolomeo, et credemo gli sia andato fin mò. Alla parte delle bandere hanno butate fuora quelle terre, et cetera, dicemo a nuy pare, et cossì siamo certi quelli signori de Monferrato faciano queste simulatione et fictione et usano simile arte per defendere e favorire el facto suo al meglio che possano et cerchano de volerse levare dalle spalle questa furia per quella via, la quale, perché siamo certissimi essere senza saputa della prefata (a) mayestà del Re de Franza, imperhò volemo non se debia desistere per questo dalla impresa, ma prosequirla virilmente et farli guerra, como se debbe fare contrali inimici. Ben siamo contenti, et volemo se debbiano avisare et admonire tucte quelle nostre gente che, per quanto hanno cara la gratia nostra, non debiano parlare né usare parole inhoneste d'essa prefata mayestà, ma che attendano a fare la guerra soa et tractarli como se tractano li inimici, non havendoli reguardo né respecto veruno per le dicte bandere. Ex Mediolano, quinto ianuarii 1453.
(b) Iacobus Rivoltella.
Iohannes.


(a) Segue dell depennato.
(b) Segue Iab depennato.