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1035. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni 1453 gennaio 9 Milano

Francesco Sforza sollecita nuovamente il Colleoni ad agire con ogni celerità e presteza, avvisandolo di ogni suo movimento. Ha inteso con piacere che si è impossessato di Pozolo, ma avrebbe desiderato saperlo dalui e, perciò, gli chiede di riferirgli come ciò e avvenuto. Nonostante che lui (duca) gli abbia tracciato un itinerario nel riacquisto di quelle terre, gli osserva che nei suoi movimenti può osservare tranquillamente un suo criterio, quale gli va suggerendo la situazione in cui di fatto si viene a trovare. Lo invita a mettere a saccomanno qualche luogo conquistato per dare qualche guadagno a quelle gente perché possano resistere in la impresa, e altresì per incutere terrore ai nemici. Siccome gli ambasciatori del Balivo cercano di stingere i tempi per un accordo, è necessario che lui attenda presto a fare quello è da fare.

Magnifico armorum capitaneo nostro dilectissimo Bartholomeo de Colionibus.
In li dì passati ve havimo scripto per più nostre lettere quanto ne accadeva per quella impresa delà, como siamo certi havereti veduto et inteso. Il perché de novo ve carricamo e stringemo quanto ne sia possibile che con ogni celerità e presteza vogliati attendere ad exeguire quello è da fare senza perdere tempo alcuno e de passo in passo ne avisati como fareti. Questo dicemo perché questa matina havemo inteso che haveti havuto Pozolo, della qualcosa havimo havuto grandissimo piacere. Et perché da vuy non havimo havuto altro aviso, ve confortamo che ne avisati chiaramente della cosa como è passata, et cossì continuamente de ogni cosa como seguireti, accioché, bisognando, possamo fare [ 378v] quelle provisione che accaderano. Nuy ve havimo scripto del'ordine che havessivo a sequire in procedere al'acquisto de quelle cose dellà, et perché forsi a vuy che siati là in sul facto ve pareria altramente, dicimo che, non obstante cosa alcuna che ve habiamo scripto in questo facto, parendove de andare più in uno loco che in un altro per fare meglio, che vuy el faciati. Et perché se rendiamo certi che vuy con quelle altre nostre gente stareti dellà con ogni disconcio et affanno et maxime per respecto delli tempi che sonno adesso, et accioché la brigata gli possa restare et fare quello è da fare, ne pareria, e cossì ve confortiamo, che de quelli loci se hanno a reacquistare vedati de metterne qualcheuno a sacomano et dare qualche guadagno a quelle gente, perché possano resistere in la impresa, perché ultralo utile e commodo ne seguirà alli nostri se darà grande terrore e spavento alli nostri inimici. Avisandovi che quisti ambassatori del Baylì, che sonno (a) venuti qui, strengono questo accordio del signor Guilielmo quanto possono, et non attendeno ad altro, siché, per Dio, vogliati attendere presto a fare quello è da fare (b). Siché provedeti de acquistare prestissimo le stancie per quello modo che megliore ve pare per li respecti che havimo dicti de sopra. Data Mediolani, viiii ianuarii 1453.
Persanctes.
Cichus.
[ 381r] Andree delandriano et
Guilielmo de Rossano;
Iohanni Georgio delampugnano,
Alberto Vicecomiti et
Pupo de Pisis. (c)


(a) Segue qui depennato.
(b) Seguono quattro righe di testo cifrato (mancano le cc. 379 - 380).
(c) Mancando la carta precedente, la missiva inizia e termina così.