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1037. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1453 gennaio 10 Milano

Francesco Sforza comunica a Sceva de Curte che gli oratori fiorentini si mostrano stupiti del ritardo degli oratori genovesi. Li solleciti a venire e con loro si porti pure lui. Gli chiede di avvisarlo del suo arrivo a Pavia con un cavallaro e di fare altrettanto al suo partire da Binasco. Il duca ha provveduto a far sistemare gli oratori genovesi all'osteria del Pozo: provvederà lui (duca) a tutte le spese e della loro ospitalità ha dato incarico al suo famiglio Pietro Accettante con cui lui, Sceva, si intenderà.

Spectabili militi et iuris utriusque doctori domino Sceve de Curte, consiliario et oratori nostro dilectissimo.
Havimo recevuto la vostralittera de viii del presente et inteso quanto ne haveti scripto della venuta vostra: dicemo che ne siamo molto contenti. Et perché questi magnifici oratori Fiorentini se maravegliano della tardanza de quelli oratori Zenoesi, vogliati solicitare che vengano presto et vuy venati insieme con loro, et como sareti gionto a Pavia, avisatene subito per uno cavallaro, et cossì ne advisati per un altro cavallaro quando ve partereti da Binasco per venire qui, et fati ch'el cavallaro venga volando, adcioché habiamo tempo de mandarli incontra [ 381v] et farli quello honore che se convene, avisandone che nuy gli havimo deputato qui per stantialoro l'hostaria del Pozo et deliberamo de farli le spese et ogni altro che ne sia possibile finché starano qui, et sopra ciò havimo deputato Petro Acceptante, nostro famiglio, che proveda a tucto, siché ve haveti ad intendere cum luy in quello bisogna. Data Mediolani, die mercuri x ianuarii 1453, hora noctis iii.
Persanctes.
Cichus.