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1053. Francesco Sforza a Gaspare da Sessa 1453 gennaio 14 Milano

Francesco Sforza, rispondendo a quanto il conestabile Gaspare da Sessa gli ha scritto, disdice l'ordine datogli di andare ad Alessandria: rimanga ov'è. Intendendosi con Filippo Visconti e con Giorgio Del Maino, vuole che tenti di riprendere con la gente del paese tucte quelle castelle ... occupate per domino Guilielmo. L'impresa, quantunque occorra essere sempre cauti, non dovrebbe essere troppo difficile, perché le castelle sono sfornite. Vuole che poi, a causa di certa rappresaglia fatta da Carlo Armaignaco, di cui gli possono parlare i predetti domino Filippo e domino Giorgio, si impegni a far restituire ogni refurtiva fatta dai suoi contro i sudditi del Savoia.

[ 387v] Strenuo viro Gasparri de Suessa, conestabile nostro dilecto.
Havimo recevuto la toa et inteso quanto ne scrivi, al che, respondendo, te dicemo che, non obstante quello che per altre nostre te havemo (a) commesso de andare in Alexandria, volemo remanghi lì in quelle nostre parte. Et intendendoti cum domino Filippo Vesconte et domino Zorzo del Mayno, alli qualli scrivemo in modo che te darano adiuto delle gente del payese, andarai a fare prova de rehavere tucte quelle castelle che al presente sonno occupate per domino Guilielmo, le quale, se rendemo certi, se rehaverano cum poche difficultà per respecto non sonno fornite, et anche perché dicto domino Guilielmo non gli porrà dare soccorso. Et benché de questo nuy non dubitiamo, nondimeno volemo perhò vadi cum tale diligentia et advertentia che per veruno modo non possi recevere damno. Apresso per certa represaglia che (ha) facto fare domino Carlo Armaignaco, como tu intenderay dalli prefati domino Filippo et domino Zorzo, volemo che fazi restituire ogni robaria et revocare ogni novitate facta per li tuoy contrali subditi del'illustre duca de Savoya, accioché non habia per toa casone ad fare simili acti quali, invero ne sonno molesti. Data Mediolani, 14 ianuarii 1453.
Bonifatius.
Cichus.


(a) Segue scripto depennato.