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1054. Francesco Sforza a Filippo Visconti e a Gorgio Del Maino 1453 gennaio 14 Milano

Francesco Sforza dice al milite Filippo Visconti e al milite Giorgio Del Maino, commissario e podestà di Novara, di essere della loro stessa opinione e, perciò, ha scritto a Gaspare da Sessa di rimanere e di provare a riprendere le castelle occupate da Gugliemo di Monferrato, che in questo momento è in ben altre cose impegnato. Per la cattura degli uomini sforzeschi, fatta in valle Sesia da Carlo Armaignaco per i furti subiti, vuole che essi avvertano Gaspare da Sessa di far restituire tale refurtiva e di vietare ai suoi uomini ogni novitate contro i sudditi del Savoia. Il duca ingiunge, poi, loro di inviare un messo da domino Carlo per ammonirlo perché si astenga da atti quali quelli da lui compiuti, ma avvisi il duca se ritiene che i suoi uomini siano stati iniuriati dagli sforzeschi.

Spectabilibus militibus domino Filippo Vicecomiti et Georgio de Mayno, commissario et potestati Novarie, dilectis nostris.
Visto quanto per la vostra data hieri ne scriveti che vogliamo lassare dellà Gasparo da Sessa per alcuni dì per fare prova de rehavere quelli loci qualli sonno occupati per el signore Guilielmo, vi dicemo ch'el parere vostro ne piace molto et siamo contenti ch'el dicto Gasparro resti, non obstante quanto ha in commandamento da nuy, et per l'alligata gli scrivemo ch'el remanga per fare dicta prova. Siché intendetive seco [ 388r] insieme et datigli adiuto del'homini del paese per modo ch'el possa rehavere dicte castelle, le quale se rendiamo certi se haverano cum poca difficultà perché da signore Guilielmo non poderano essere aiutati per lo troppo a fare che haluy, pur nondimeno se vorrà perhò andare cum advertentia per modo che per via alcuna non se possa recevere damno. Alla parte delli nostri homini de Valesesia, che ha facto pigliare domino Carlo Armaignaco per casone de quelle robarie che vi scrisse essere facte alli suoy, ve dicemo che debiati admonere dicto Gasparro che facia restituire ogni robaria facta et revocare ogni novitate facta per li suoy contrali subditi del'illustre duca de Savoya, et deinde mandareti uno vostro (a) intendente al dicto domino Carlo, confortandolo che non voglia fare (b) simili acti né represaglia, perché né sonno molesti, avisandolo che ancora nuy saperessemo usare tali modi, ma tenendosi iniuriati li suoy dalli nostri, ch'el ne debia avisare, perché provederemo siché ne remanerà contento. Data Mediolani, 14 ianuarii 1453.
Bonifacius.
Cichus.


(a) Segue subdito depennato.
(b) fare su rasura.