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1063. Francesco Sforza a Pietro Campofregoso 1453 gennaio 16 Milano

Francesco Sforza ribadisce a Pietro Campofregoso, doge di Genova, il suo desiderio di pace con i signori di Monferrato, nonostante l'attacco proditorio iniziato contro di lui, per cui gli è stato giocoforza mandare contro loro Bartolomeo Colleoni, non per conquiste di terre loro, ma per ricupero di terre sforzesche e invogliarli a un accordo. Accordo che hanno simulato di volere conseguire con la mediazione del doge di Genova e del Balivo, con gli ambasciatori del quale sono stati a discutere per giorni, ma senza arrivare a una conclusione, dando prova che a questa non si può arrivare che con la forza. Per questo egli (Sforza) gli chiede l'invio di duecento balestrieri e di quant'altra gente vorrà mandare, tacitando in tal modo anche la voce da loro diffusa che il doge di Genova non manderà anima viva. Procuri che ciò avvenga prestissimo in modo che le cose passino con tale prosperità che se fare sifacto accordio.

[ 390v] Illustri domino tanquam fratri nostro carissimo domino Petro de Campofregoso, Dei gratia duci Ianuensi.
Como la signoria vostra sa, da noy non è may mancato de venire a bono accordio e pace cum li signori de Monferrato, non obstante la iniuria che daloro habiamo recevuta de questa guerra, che ne ropero tanto improvisamente senza havergline nuy data alcunalicita casone. Il perché ne è stato forza de mandare contrale terre loro il magnifico Bartholomeo Colione cum parte delle nostre gente, non perché desyderamo la desfactione sua nella occupatione e conquesta delle terre loro, ma solum a fine de recuperare le cose nostre, et alloro dare materia de venire cum (nuy) ad accordio. El quale accordio essi signori hanno monstrato et monstrano molto desyderare, sì per la via della vostra illustre signoria, sì etiamdio per quella del magnifico Baylì de Sans, governatore d'Ast, et quando credemo venire cum loro alle conclusione li trovamo molto vanni e senza effecto alcuno et maxime, al presente, per mezo delli ambassatori del prefato magnifico Baylì, quali sonno stati parechy dì qui per concludere dicto accordio, che havemo manifestamente cognoscuto che tucte queste demonstratione che fanno per accordarse sonno simulate e ficte, né gli cognoscemo altra via, né modo a farli venire al'accordio che la forza. Et perché el favore, che per la signoria vostra ne sarà prestato a questa impresa delli balestreri rechiesti, sarà molto utile al prefato Bartholomeo, et alli dicti de Monferrà darà sbigotimento assay, et a nuy reputatione, perché loro hanno sparsa fama per tucto, la signoria vostra non mandarà may gente contraloro, et cetera. Confortiamo, pregamo et etiamdio stringemo e carricamo quanto più possemo et sapemo essa vostra signoria non solum voglia mandare al dicto Bartholomeo li ducento balestreri, ma voglia dargli ogni altro favore et adiuto de gente gli sia possibile, facendo ogni altra demonstratione de ambassate et lettere in quelle parte in nostro favore. Et quello se ha a fare, è necessario se faza prestissimo, como semo perhò certi che la signoria vostra farà cum effecti, perché el simile faressemo nuy per el stato e mantenimento d'essa vostra signoria, certificandovi che se vuy fareti questo che vi rechiedemo, le cose nostre de Monferrà passarano con tale prosperità che se fare sifacto accordio et pace che, ad [ 391r] tempo novo, non bisognerà che nuy ne guardiamo più dreto alle spalle, et haveremo casone et con maiore animo et più forze opprimere li nostri inimici, como ne rendemo certi che essa vostra signoria, per soa prudentia, intenda meglio queste cose che nuy. Data Mediolani, xvi ianuarii 1453, hora vii noctis.
Iohannes Antonius.
Iohannes.