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107. Francesco Sforza a Paolo Pinzamatto 1452 gennaio 25 Milano

Francesco Sforza precisa a Paolo Pinzamatto, capitano di Alessandria, essere vero che, facendo riferimento al fatto di Antonello da Milano Melgaro, a richiesta di Tommaso e Giuliano da Calmiri, castellani della rocca di Castelleone, lo assolse dalla condanna per la frode del sale, ma solo per quel che riguardava la Camera ducale, mentre per quel che spettava al capitano non c'è stata alcuna soluzione.

Paolo Penzamato, capitaneo Alexandrie.
Inteso quanto ne scrivi per toe littere circa el facto de Antonello da Mediolano Melgaro, te respondimo ch'è vero che, ad rechesta de Thomaso et Iuliano di Calmiri, nostri castellani della rocha de Castelleone, gli concedessemo et havemoli facta libera absolucione della condemnacione gli facesti per frosacione de sale per quello tanto che specta alla Camera nostra, nondimanco non volimo, nì intendimo che de quello specta a ti, gli sia facta absolucione alcuna, ma volimo che te lo possi rescodere. Ben dicemo così che havendoli nuy per quello specta alla Camera nostra facto gratia, non ne pare honesto ti gli debbi usare rigiditate in scodere quello specta a ti, ma piutosto clementia et vedere de havere el tuo dovere con humilità et tale che non habia casone dolerse de ti, ma piutosto laudarsi. Mediolani, xxv ianuarii 1452.
Iohannes.