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1092. Francesco Sforza a Lancillotto da Figino 1453 gennaio 22 Milano

Francesco Sforza dice al familiare ducale Lancillotto da Figino che gli è pressochè impossibile esprimergli quanto gli sia deprimente dover constatare lententezza nell'agire e scarsità di risulltati su quel fronte, specie riandando ai progressi iniziali per cui il marchese e Guglielmo di Monferrato zà ne veneveno con la coreza al collo e come ora si siano ingagliarditi. Solleciti incessantemente tutti a operare cose egregie, e lo avvisi dei successi che là si hanno.

Nobili familiari nostro dilecto Lanzeloto de Faghino.
Havemo inteso quanto ne hai scripto per doe toe, l'una de dì xvi et l'altra de dì xvii del presente, ad che non dicimo altro, salvo che ne seria impossibile narrarte quanto ne retrovamo malcontenti che le cose delà procedeno cossì lenti et cum pocho fructo, como fano, et poi pensare che, così como el marchese et lo signore Guilielmo per lo bono principio, zà ne veneveno cum la coreza al collo, seguendo le cosse como segueno, se mutarano de opinione. Siché volii per ogni via confortare ciaschuno et solicitare dì et note ch'el se faza dele cosse relevate, et continue avisarne deli progressi segueno in quelli parte. Data ut supra.
Zanettus.
Iohannes.