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1112. Francesco Sforza al commissario e al podestà di Tortona 1453 febbraio 1 Milano

Francesco Sforza fa sapere al commissario e al podestà di Tortona che quella comunità deve rifondere le spese sopportate dalle genti di Luchina Dal Verme, venute lì a fare la scorta al sale, e che detta comunità costrinse a stare all'osteria. La stessa comunità deve provvedere al riscatto dei pegni fatti dal cancelliere di Giovanni Filippo Fieschi, Giovanni Gentile, o da suo padre.

[ 407v] Spectabili et egregio viris commissario et potestati Terdone, dilectis nostris.
Questa estate passata forono mandate lì ad Terdona alcune delle gente d'arme de madonaluchina, quale havesseno a fare la scorta al sale, et steteno sul'hostaria cum grande spesa, non gli volendo quella comunità fare quella provisione seria stata conveniente e, fral'altre spese vi feceno, uno cancillero del magnifico misser Iohannefilippo dal Fiesco, chiamato Iohanne Gentile, o fosse suo patre, gli subvene de certe soe robbe soprali loro pegni, et non intendendo che dicto Iohanne o suo patre supportano el damno de quelle spese, che aspectano alla comunità, et volendo che dicti pegni siano restituiti, volimo e ve commettimo che debiati operare et fare cum effecto che dicta comunità rescota, o per via de pecunia numeranda o per via de bona assignatione, li dicti pegni perché non saria conveniente né ragionevole che dicti Iohanne né suo patre supportasseno questo carico, che non debbe essere suo, ma d'essa comunità. Data Mediolani, die primo februarii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.