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1115. Francesco Sforza a Pietro Campofregoso 1453 febbraio 1 Milano
Francesco Sforza fa presente a Pietro Campofregoso, doge di Genova, la lamentela avuta da Giovanni Filippo Fieschi tramite Cristoforo Borgarello e magistro Donino per i danni fatti personalmente a Cristoforo Bortoloto, uomo del Fieschi, e ai suoi beni. Il tutto è avvenuto per un litigio di un cognato di Cristoforo in cui si ricorse alle armi per cui, ad evitare guai maggiori, intervennero Cristoforo e i suoi fratelli, che furono costretti dal commissario a dare garanzia di duecento fiorini per ogni condanna che venisse loro data. Pare che oltre a ciò Galeotto Campofregoso abbia preso il padre di Cristoforo e comandato a detti fratelli di comparire davanti a lui sotto pena di altri guasti. Non essendo comparsi, furono multati di duemila ducati, e il il duca fu invitato a intervenire per provvedere a tal danno, essendo egli stato mediatore tra il doge e il Fieschi. Lo Sforza sollecita il doge a disporre, per rispetto dell'accordo fra lui e il Fieschi, che Cristoforo e fratelli siano risarciti dei danni subiti.
Illustri et excellenti domino tanquam fratri nostro carissimo domino Petro de Campofregoso, Dei gratia Ianuensi duci.
El magnifico Zohannefilippo dal Fiesco ha mandato da nuy domino Christoforo Borgarello et magistro Donino ad farne gravissima querella de certa novità facta a Christoforo Bartholoto, suo homo, et alli beni suoy in questo modo che, essendo venuto ad questione uno cognato del dicto Christoforo, per la quale se vene al'arme, et essendosse interposto el dicto Christoforo et soi fratelli non per offendere, ma per evitare maiore scandalo, forono astrecti esso Christoforo e fratelli dal commissario del loco a dare securtà de fiorini cc per ogni condemnatione gli volesse essere facta per questa casone. Et non obstante la dicta securtà, pare che Galeoto da Campofregoso habia facto prendere el patre del dicto Christoforo et conmandato ad essi fratelli che compareno denanzi aluy, sotto pena de recevere li guasti. Et perché non gli volseno an-dare, se è proceduto alli effecti, et datogli li guasti et pezorati ducati doa millia, pregandone che vogliamo providere a questo loro damno perché nuy fossemo mezatori del'accordio trala signoria vostra et luy. Nuy gli havemo resposto che, essendo cossì questo, è proceduto contrala mente, dispositione et volontà della signoria vostra, et che siamo certi vostra signoria non habia havuto notitia de questa cosa et che sentendola gli ne rencrescerà grandemente. Pertanto confortiamo e pregamo la signoria vostra che, pro honore suo et observantia di capituli facti trala signoria vostra et luy, gli piacia providere et ordinare che li dicti Christoforo [
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et fratelli siano restaurati delli damni dati et restituitogli ogni cosa quale gli sia stata tolta per questa casone, como siamo certi farà la signoria vostra, de che farà ancora a nuy grandissimo apiacere et contentamento. Et perché se lamentano ancora de certi homicidii, damni et extorsione facta alli suoy, confortiamo et pregamo la signoria vostra gli piacia vivere talmente cum luy che non habia casone de mandare più da nuy per simile casone. Ex Mediolano, primo februarii 1453.
Irius.
Cichus.