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1122. Francesco Sforza al commissario, al podestà, al referendario di Tortona e ad Antonio da Fabriano 1453 febbraio 3 Milano

Francesco Sforza si lagna con il commissario, podestà, referendario di Tortona e con il familiare Antonio da Fabriano perché non sono riusciti a farsi dare i mille fiorini assegnati a suo fratello Corrado sul sale e il carreggio, oltre a quanto richiesto per ripagare Francesco Biscossa, cancelliere di suo fratello, ivi mandato per riscuotere il dovuto. Visto il poco conto in cui tengono le sue lettere, dando a divedere di avere più caro ... a quella comunità compiacere indebitamente che a (lui) con rasone", ha dovuto, con suo incommodo, provvedere a suo fratello per altra via. Costringano la comunità a sborsare il dovuto e ad accontentare anche Francesco Biscossa.

[ 414r] Spectabili et egregiis viris commissario, potestati, referendario Terdone, necnon Antonio de Fabriano, familiari, nostris dilectis.
Respondendo alle vostre lettere, per le quale e per querella de Conrado, nostro fratello, e Francisco Biscossa, suo cancillero, havimo inteso la renitentia de quelli nostri citadini et comunità de Terdona facta in non volere pagare li denari delle assignatione facte al dicto Conrado sopra il sale, carrezo et conventione de mille fiorini de quella città et le spese facte per lo dicto Francesco sopra l'hostarie, et che farà per consequire et aspectare dicti denari, como per più altre nostre lettere ve havemo scripto, quale non sonno perhò state obedite, dicemo che delle predicte cose molto ne rencresce et de vuy restiamo malcontenti, perché haveti facto poco caso delle nostre lettere. Et licet dicati havere facto comandamenti pennali alla dicta comunità, non procedendo altramente, non ve havemo perhò excusati, perché non possiamo in questo facto altro pensare de vuy, se non più caro ve sia a quella comunità compiacere indebitamente che a noy cum rasone, avisandovi che per questi mancamenti vostri è stato necessario, cum nostro incommodo, provedere a dicto Conrado de altri denari. Volemo adonche, et per le presente ve commandemo, per quanto haveti carala gratia nostra, che senza exceptione e dilatione alcuna constringati la dicta comunità a pagare dicti denari, in modo che dicto Francesco sia integramente satisfacto et non stia più in pendente per questi denari, altramente pigliaressemo altro partito rencrescivole a voy e noy. Data Mediolani, iii februarii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.