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1134. Francesco Sforza a Bartolomeo Albonese 1453 febbraio 7 Milano

Francesco Sforza dice allo squadriero ducale Bartolomeo Albonese di aver gradito che egli non sia partito di là prima di ricevere una risposta da lui e sia andato ad alloggiare con quelli di Moretto in quel del Castellazzo. Dalì non deve allontanarsi intenzionato, com'è, a riprendere l'attacco contro quelli del Monferrato e, allora, saranno richiesti dal Colleoni, cui devono essere in tutto obbedienti. Con l'allegata scrive al podestà del Castellazzo perché fornisca strame per i cavalli. Moretto gli ha chiesto licenza di portarsi a casa per alcuni giorni per curarsi, lasciando il comando della compagnia a Giovanni fratello di Bartolomeo. Il duca vuole che della compagnia se ne curi pure lui, come intenderà da suo fratello, reduce dal duca.

Strenuo viro comiti Bartholomeo Albonesio, squadrerio nostro dilecto.
Respondendo alla toalettera, dicemo che restamo advisati del'andare tuo cum quelli de domino Moretto ad allogiare in quella nostra terra del Castellazo, et piacene li modi hay servati in non volerte partire dellà per finché non hai havuta nostra resposta. Bene ne despiace che tu non ne habbi advisati se in quella terra gli è del strame, o non, et vogliamo che tu con quelli altri del dicto domino Moretto non ne debiati per cosa alcuna del mondo partirve dellà per alcuni pochi dì, che poy volemo per ogni modo andare alla impresa contra quelli signori de Monferrato, quando sarete rechiesti dal magnifico Bartolomeo Coglione, lo quale, in ogne cosa volemo obediati et portiati reverentia et honore quanto farestivo alla nostra propria persona. Et scrivemo per l'alligata nostra al potestà et homini de Castellazo che ve debiano provedere de strame per li cavalli vivi che ve retrovareti. Siché solicitaray [ 421r] li predicti a fare che te dagano del strame con li quali fa che te deporti humanamente et piacevolmente et che non se lamentano de vuy. Appresso il predicto domino Moretto ne ha scripto che gli vogliamo dare licentia ch'el possa andare a stare a casa per alcuni dì per respecto alla infirmità soa, et che luy lasserà la cura et governo della soa compagnia a Iohanne, tuo fratello, allo quale porray respondere et dirgli per nostra parte che siamo contenti et de bona voglia che vada a casa soa a suo piacere, et che attenda a guarire et stare bene. Et cossì siamo contenti che ti et lo dicto (a) tuo fratello attendiati et habiati cura et governo della dicta soa compagnia, sperando in vuy che usareti in ogni cosa quella solita fede et diligentia in le nostre cose, como haveti facto sempre: el dicto Iohanne, tuo fratello, retorna informato della mente nostra. Pertanto gli crederay et daray piena fede in quello te dirà per nostra parte quanto faresti alla persona nostra propria. Data Mediolani, vii februarii 1453.
Zaninus.
Iohannes.


(a) dicto in interlinea.