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1153. Francesco Sforza a Martino Azali da Lodi 1453 febbraio 8 Milano

Francesco Sforza informa Martino Azali da Lodi d'aver saputo che al novarese Menino da Olevano è stata sequestrata lì a Vercelli la sua merce che portava a Chivasso, sotto l'accusa di aver smerciato nel territorio sabaudo dei quarti falsi, cioè con minor fino. Il duca, puntualizza che gli è stato fatto rilevare che Menino si avvaleva della stessa moneta e per lo stesso valore di come l'aveva acquistata in Vercelli e, quindi, senza alcun dolo. Ritenendo che Menino non meriti il trattamento avuto, il duca si rivolge a lui, come a colui che di ciò sa e può, perché, pro viribus, ottenga la liberazione del suddito sforzesco e la restituzione della sua roba.

Nobili viro Martino de Azali delaude, nostro dilectissimo.
Havemo inteso che ad Menino da Olevano, nostro citadino de Novaria, è sequestrata, osia tolta, certa sua mercantia quale haveva conducta in Chivassi et lì in Vercelli, per certa imputatione gli è data che debbe havere speso sul territorio de Savoya alcuna quantità de quarti falsi, osia de manco bontà, che non doveano essere secondo quellaligha, et cetera. Et habiamo inteso appresso da persone degne de fede como el dicto Menino in questo non ha peccato per malitia, né perché luy habia comperato quelli quarti atroe a minore precio per spenderli a maiore, anzi, tale quale li hay recevuti in Vercelli da altre persone, et luy similmente li ha expesi et dati ad altri a bona fede, ulterius che tali denari non sonno stati per lo quinto, osia el quarto di quello che montala robba aluy tolta per queste casone. Di che, consyderando ogni cosa, et parendone per dicti respecti et per altri che dicto Menino non meriti de essere tractato in questa forma, ve confortiamo, como [ 427r] quello che sapemo in questo sapeti et posseti alcuna cosa, vogliate per nostro amore operare et fare pro viribus ch'el sialiberato da questa molestia et novità et che la robba soa gli sia restituita, che, per più respecti, l'haverimo gratissimo. Cum dispositione che vuy, in spetie, possiate pigliare segurtà de noy nelli vostri bisogni, perhò che ne trovarete inclynare de bona voglia alle cose che vi possano essere grate et de piacere. Data Mediolani, die viii februarii MCCCCLIII.
Iohannes Antonius.
Cichus.