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1159. Francesco Sforza a Raynaldo Dresnay 1453 febbraio 10 Milano

Francesco Sforza scrive a Raynaldo Dresnay, milite, balivo di Sans e governatore di Asti, di avere appreso da Luigi, suo cappellano e oratore, che il cancelliere Pietro Spinola e Giorgino o Angelino Sordo, pur provvisti del salvacondotto loro dato dal Governatore, sono stati presi e imprigionati dai marchesi di Incisa. Il duca ne ha parlato con Perino, consorte dei marchesi d'Incisa, che è con lui, e ha fiduca che vengano liberati, ma fa presente che Perino gli ha richiamato che altrettanto si recrimina dalla parte marchionale per la mancata concessione della libertà sia di due dei loro uomini egualmente provvisti di salvacondotti rilasciati da lui (Dresnay), che per altri loro consorti presi dai nemici. Il duca passa poi a parlare della faccenda dei muli per cui ha scritto in urgentissime forma a Giorgio de Annone, per rifarsi, quindi, ad Arcimbaldo, ricordato dal Dresnay per le tante robbarie, deshonestate et ribalderie, e che il duca ha fatto imprigionare con alcuni compagni, il tutto egli richiama per testimoniare al Dresnay che lui, Sforza, gli è riconoscente e affezionato e che ha per i desideri e i fatti del governatore quella cura e quello studio che neppur ha per i casi suoi.

[ 428v] Magnifico tanquam fratri et amico nostro carissimo domino Raynaldo de Dresnay, militi, Baylo Sansonensi et ducali Astensi gubernatori.
Habiamo inteso quanto ne ha riferito et sporto in scripto per unalista domino Lodovicho, capellano et ambassatore vostro, circala materia del cancillero de Pietro Spinula et Zorzino o (a) Angelino Sordo, quali, ambidue sotto il vostro salvoconducto, forono presi et sonno ancora retenuti dalli marchexi da Incisa, et cetera. Al che, respondendo, como quelli siamo desiderosi de compiacere in questo et in ogni altra maiore cosa alla magnificentia vostra, habiamo molestia non manco che vuy medesmo che siano liberati, et replicamo per lo alligato breve, et ne habiamo parlato ad domino Perino delli loro marchexi, quale è qui, in modo e forma che speramo et havemo per indubitato succederà essa liberatione, et sarà satisfacta alla volontà et rechiesta vostra, per la quale sempre fariamo non meno como per la nostra propria persona. Vero è che esso domino Perino recorda et lamentasse como dalli inimici sonno pigliati, sotto il vostro salvoconducto, similmente duy delli suoy et alcuni altri de quelli delli suoy consorti, domandando et instando che equalmente siano relaxati, del che confortiamo et pregamo bene la vostra magnificentia ne facia opera opportuna, avisandola, perhò, che, sive ch'el seguala relaxatione loro, sive non, nuy strenzamo tanto li dicti marchexi et habiamone tanto carricato esso domino Perino che delli prenominati Zorzino, sive Angelino et cancillero havereti lo intento vostro, et da nostro canto non gli lasseremo cosa a fare. Similmente scrivemo a Zorzo d'Annono per lo facto de mulli in urgentissima forma, et per modo ch'el se intenderà l'habiamo al cuore. Alla parte de Arcimbaldo, quale recordate havere commisse tante robbarie, deshonestate et ribalderie, et cetera, retrovandosse qui luy, l'habiamo facto sostenire con alcuni compagni et mettere in loco ove non è bene [ 429r] in sua libertà, nì se partirà senza rendere rasone al'hoste, et se farà quanto vorrà l'honesto et debito. Ricordandovi che vi portiamo tale affectione et benivolentia et comprendiamo ne haveti tanta fede che per li desyderii et facti vostri continuamente operariamo et lavorariamo cum maiore cura et studio che non fariamo per li nostri medesmi sempre de bono cuore, offerendone prompti et appar(e)chiatissimi alli vostri piacere. Data Mediolani, x februarii 1453.
Facta in Consilio secreto.
Cichus.


(a) Zorzino o in interlinea.