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1166. Francesco Sforza a Giorgio Del Maino 1453 febbraio 12 Milano

Francesco Sforza, inteso da Giorgio Del Maino, commissario e podestà di Novara, che gli uomini di Casalino ricusano di accettare Ettore delle Maze come loro podestà, vuole che Giorgio si porti da loro e li convinca a prestargli obbedienza, come facevano con gli officiali avuti precedentemente, pagargli il salario, avendogli dato la podestaria per compiacere Bernabò Sanseverino, per la sua fedeltà e perché nel servizio sforzesco è stato stropiato della persona per cui tale ufficio è sostentatione della vita soa, avendo smesso il mestiere delle armi.

[ 431r] Spectabili militi affini nostro carissimo domino Georgio de Mayno, commissario et potestati civitatis nostre Novarie.
Havimo inteso quanto ne haveti scripto che quelli homini de Caxalino non voleno acceptare al'offitio de quella potestaria Hector delle Maze, allegando loro non essere tenuti. Respondendo, ve dicimo che debiati essere con dicti homini et con chi altri ve parerà et dirgli per nostra parte che al presente voglino acceptare dicto Hector suo potestate, et deinde prestargli debita obedientia, como hanno facto et facevano alli altri officiali che hanno havuto per il passato, respondendogli del salario suo, cossì como se contene in le altre nostre lettere, perché, havendo nuy dato esso officio a dicto Hector a complacentia del spectabile Barnabò da Sanseverino, et etiandio per la fede soa verso nuy et per le virtute soe et per respecto ancora che in nostro servitio è stato stropiato della persona, non ne pareria conveniente che poy non podesse consequire quello che una volta gli havemo dato per sustentatione della vita soa, et maxime che, ad speranza de questo offitio, halassato el mestero del'arme, che, quando non havesse questo officio, ne seguiriala soa desfactione. Et perhò, como havemo dicto de sopra, vogliati carricare et stringere dicti homini de Caxalino et altri, ad chi specta, che per nostro amore voglino omnino recevere per potestate dicto Hector per lo tempo che se contene in soalettera, chiarendoli che per questo non intendimo che preiudichi a niunaloro rasone, la quale intendimo, finito che sia el termino del dicto officio, non infringerli, ma, se sarano bone per loro, le faremo observare. Al dicto Hector non dareti molestia de partirsi dellà, perché halassato il mestero del'arme, et ha tolto questo offitio per repossarse. Data Mediolani, xii februarii 1453.
Iohannes Antonius.
Iohannes.