Registro n. 13 precedente | 1180 di 1330 | successivo

1181. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1453 febbraio 14 Milano

Francesco Sforza scrive a Giorgio de Annone, luogotenente in Alessandria, sulla mancanza in città di frumento sul mercato perché alcuni lo imboscano per non venderlo al prezzo convenuto, inducendo il popolo a forti lamentele contro chi lo affama. Il duca gli impone di convocare tutti i cittadini che hanno frumento e di ordinare loro di portare il grano sul mercato, consentendo in tal modo di provvedere ai bisogni cittadini come pure di favorire il riscontro di chi si attiene alla sua disposizione e chi non, dandogli modo di accertarsi di chi può fidarsi e di chi non.

Spectabili viro Georgio de Annono, locontenenti Alexandrie, nostro dilecto.
Nuy intendimo che in quella nostra città non se trova del frumento da vendere alla piaza o al mercato, como se soleva, el che pare proceda per alcuni che hanno del dicto frumento, quali possiamo dire non essere amatori del stato nostro, non lo volono vendere per lo pretio per ti statuito, del che molto se ne agravano el populo de quella nostra città. Della qualcosa anche nuy ne recevemo grande displicentia, et, invero, ne dolemo assay, perché con tali modi se cerca de affamare quella città nostra. Et perché tale demonstratione ne fa intendere che quelli sonno casone de questa cosa non sonno nostri amatori et cercano con tale via fare contra nuy, volemo, acciochè meglio sapiamo quali sonno li nostri et quali non, debbi convocare tucti quelli nostri citadini et homini che hanno del frumento et commandargli, per parte nostra, che amano el stato nostro, debiano mandare ad vendere al mercato el loro frumento per lo pretio corso fin qui, et che non gIi lo lassano mancare, acciochè li poveri homini non habiano casone de cridare. Et circa ciò mettegli ogni toa diligentia et studio, mettendo dapoy mente a quelli che exeguirano questa nostra volontate, et [ 437v] chi non, et avisarane perché in questo modo se cognoscerano chi hanno bona oninione verso nuy, et chi non, et chi desidera el bene nostro et quiete d'essa nostra città, et chi non. Et nuy dapoy saperimo meglio che fare et de chi confidarse, benché ne rendiamo perhò certi che ogniuno de quella città ne voglia bene et ami l'honore et bene del stato nostro. Data Mediolani, xiiii februarii 1453.
Bonifacius.
Iohannes.