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1193. Francesco Sforza al vescovo di Tortona 1453 febbraio 16 Milano

Francesco Sforza richiama al vescovo di Tortona l'accordo concluso con i suoi inviati per cui si sarebbe provveduto a saldare l'intera sovvenzione che lui (vescovo) e il clero, ad eccezione degli abbati, dovevano a suo fratello Corrado. Questi lamenta che di 981,6,6 lire deve ancora riscuoterne 262, 2, 6 oltre a lire 338,16,6, dovute dagli abbati. Per tale ritardo, suo fratello ha fatto trattenere lì il suo cancelliere Francesco Viscossa, cui vanno rimborsate lire 66. Il duca sollecita il prelato a soddisfare subito suo fratello, altrimenti il capitano del distretto, Paolo Pinzamato, provvederà a rendere esecutivo il precitato accordo.

[ 443r] Reverendo in Christo patri domino Iacobo, (a) Dei gratia episcopo Terdonensi, nobis dilectissimo.
Como ne rendiamo certi che la paternità vostra sia informata, li vostri messi, quali mandasti qua da nuy altra volta per lo debito che havevate vuy et lo chierecato (b) vostro per la subventione per nuy rechiesta, restarono de accordio cum nuy che vuy dovesti pagare tucto el debito tochava al vescovato et chiericato vostro, exceptandone li abbati et prelati, et cossì nuy ne restassimo contenti credendo li dovesti provedere de fare retrare et numerare ad Conrado, nostro fratello, ad cuy gli assignassemo. Pare che fin a qui, secondo ce ha dicto con lamenta dicto Conrado, questi tali denari non siano ancora scossi et anche gli restano ducento sexanta doe libre, soldi duy, denari sey della somma delibre dcccclxxxi, soldi vi, denari vi che tochavano al vescovato et chiericato vostro, et libre cccxxxviii, soldi xiii, denari vi, che tochavano alli abbati et prelati, et per questa casone ne dice havere tenuto lì Francesco Viscossa, suo cancellero, el quale è stato lì grande tempo et ha speso de molti denari, delli quali ve ne tochalibre lxvi, si ultrale altre expese gli sonno pagati. Et cum nuy se è doluto esso Conrado ultra modo de tanta tardità et del maltractamento gli è stato facto, il che ne è dispiaciuto et despiace grandissimamente et non credevamo dovesse essere tractato in questa forma. Pertanto confortiamo la reverenda persona vostra, carricandola et strengendola quanto più possiamo che subito, senza dilatione alcuna, vogli provedere cum effecto ch'el dicto Conrado habbi el dicto resto dei suoy denari et sia satisfacto delle dicte spese et non sia menato più in longo, se desyderate fare cosa ne piaza, altramente nuy havemo commisso a Paulo Penzamato, nostro capitaneo del districto lì, ch'el faci tale e sì facta executione che parà ne sia rincresciuto non essere stati obediti, maxime siando la cosa honesta, como è. Data Mediolani, die xvi februarii 1453.
Christoforus Franciscus.
Cichus.


(a) Segue domino depennato.
(b) In A chierechato con h depennata.