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1202. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1453 febbraio 21 Milano

Francesco Sforza comunica a Sceva de Curte, suo consigliere e oratore presso il doge di Genova, di aver ricevuto la sua risposta in merito alla commissione fattagli circa il facto delli denari et della guerra et de Monferrato et de Savona. Vuole che, con Bartolomeo, faccia pressione sul doge per ottenere quanto sa che preme al duca. Quanto al fatto di Savona, garantisca il doge che può disporre delle genti di là e di quelle che il duca ha nell'Alessandrino, essendo esse sempre in condizione di accorrere a ogni sua chiamata.

Spectabili militi et doctori domino Sceve de Curte, consiliario et oratori nostro dilecto apud illustrem dominum ducem Ianuensem.
Havimo recevutalettera dal'illustre signor duxe et da domino Bartholomeo delevanto, responsiva a quanto gli commettessemo circa il facto delli denari et della guerra et de Monferrato et de Savona. Et perché de tucto setti instructo della mente nostra et de quanto accade, pertanto vogliati essere cum lo prelibato illustre duxe et vogliati instare e talmente operare cum la signoria soa che habiati celere e votiva expeditione, como speramo in la signoria soa che farà. Et vuy, una cum lo prefato domino Bartholomeo, usati ogni diligentia expediente che reportati lo effecto de quanto ve havimo commesso, et vedati de expedire tucto prestissimo, como sapeti rechiede il bisogno nostro.
Al facto de Savona potete dire e chiarire al prefato illustre domino lo duxe, che (a) de quelle gente la soa signoria dimanda et de tucte l'altre che havemo dal canto delà in Alexandrinala signoria soa se ne poterà valere et adiutare, et che sonno al suo commando et a soa requisitione et obedientia quanto sonno alla persona nostra, perché cussì hanno in commissione da nuy. Data Mediolani, die xxi februarii 1453.
Ser Iohannes.
Cichus.


(a) è in interlinea.