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1213. Francesco Sforza a Bartolomeo della Porta 1453 febbraio 22 Milano

Francesco Sforza chiede al prete Bartolomeo della Porta di cambiare destinazione alla sua rinuncia al canonicato che ha in Genova: la destini a Leonardo, figlio di Giacomo di Fornari, benemerito genovese tanto caldo et prompto alli (ducali) servicii quanto se possa dire. Il duca ammette di essersi ripreso dalla precedente smemoratezza per cui, in un secondo tempo,gli aveva chiesto lo stesso canonicato anche per il figlio di Andrea da Benegasio (lui pure genovese e suo benefattore: era uno del Consiglio dei sedici). Anche per questo caso vale la promessa che la rinuncia verrà ricompensata con una intrata equivalante al dicto canonicato. S'accordi per tutta questa faccenda con Giorgio Del Maino, commissario e podestà di Novara, e si ricordi che attende da lui resposta ... con bono effecto.

Venerabili dilecto nostro domino presbitero Bartolomeo della Porta.
Fral'altri citadini de Genoa havemo per nostro singulare amico Iacomo di Fornari, el quale, invero, è tanto caldo et prompto alli nostri servicii quanto se possa dire, per la qualcosa siamo desyderosi de possergli fare cosa grata. Et perché se è facto mentione del vostro canonicato che haveti a Genoa, el quale saria in acconzo ad uno figliolo del (a) dicto Iacomo, chiamato Leonardo, ne pare che in questo se gli faria piacere assay. Et perhò havemo pensato de farvi contento vuy in loco del dicto canonicato acciò condescendate per contemplatione nostra ad relaxarlo et cederlo al dicto Leonardo, non obstante che altre ve scrivessemo per uno figliolo de domino Andrea da Benegasio, etiandio Genoese, el che procedete per non recordarse nuy che prima fosse facta mentione del dicto Leonardo, siché, parendone più honesto de seguire el pensiero et motivo facto primamente del dicto Leonardo, havemo deliberato de confortarvi, et cussì ve confortiamo e carricamo che per satisfare a questo nostro desyderio [ 451r] senza damno de vuy, vogliati essere contento, accioché esso Iacomo conoscal'animo nostro verso luy de compiacere del dicto canonicato al figliolo mediante intrata equivalante al dicto canonicato, la quale siamo apparechiati assignarvi per quello modo che parerà meglio a vuy per tucto lo tempo della vita vostra. Et di questo vogliamo siati sì factamente chiaro et securo che non habiate a dubitare, certificandovi che ne fareti singulare contentamento. Et per executione de questo se retroverà con vuy el spectabile cavallero et affine nostro misser Georgio del Mayno, commissario et potestate nostro lì, cum lo quale vogliati havere intelligentia et fare quello bisogna per lassare lo dicto canonicato ad esso Leonardo, et dal canto nostro se adimplirà el tucto per respecto alla assignatione del'intrata equivalante como è dicto. Soprala qualcosa aspectiamo resposta da vuy con bono effecto. Data Mediolani, die xxii februarii 1453.
Cichus.


(a) ad uno figliolo del in interlinea.