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1214. Francesco Sforza a Pietro, Giovanni e Corrado della Porta 1453 febbraio 22 Milano

Francesco Sforza scrive ai militi novaresi Pietro, Giovanni e Corrado della Porta perché, usando tucte le vie che (loro) parerano meglio, intervengano presso Bartolomeo per vincergli ogni scrupolo o titubanza nello smercio del canonicato genovese. Non gliene verrà alcun danno da tale debita cosa et honesta, perché lui (duca) gli provvederà d'altratanta intrata.

Spectabilibus militibus dominis Petro, Iohanni et Conrado della Porta, dilectis civibus nostris Novariensibus.
Vedereti per l'introclusa copia quanto scrivemo a quello vostro parente domino Bartholomeo della Porta, siché parendone debita cosa et honesta che esso domino Bartholomeo ne debbia fare questo piacere, volendo nuy che non gli ne segua damno veruno, et dal'altro canto, persuadendone che la cosa haverà più presto et megliore effecto mediante la opera et intercessione vostra, ve confortiamo faciati el tucto per indure esso domino Bartholomeo a farne questa complacentia, usando tucte quelle vie che ve parerano meglio. Et [ 451v] certo ne pareria molto nova cosa ch'el se dovesse retrare et essere duro, né bisogna ch'el se dubita de portare damno, perché del certo gli volemo providere d'altratanta intrata. Siché interponereti in questo (a) tale diligentia che la cosa habia bono effecto, perché ne fareti grandissimo contentamento et avisaretine de quanto seguirà. Data Mediolani, die xxii februarii 1453.
Cichus.


(a) Segue ogni depennato.