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1260. Francesco Sforza a Giacomo 1453 marzo 10 Milano

Francesco Sforza esprime a Giacomo, vescovo di Tortona, il suo stupore per la risposta negativa data al famiglio ducale Ludovico da Bologna dagli uomini del suo vescovato all'ordine (comune a tutti i sottoposti ai vescovi) di dare alloggiamenti ai cavalli loro ripartiti, risposta più duramente ribadita da lui (vescovo) allo stesso familiare ducale protestando che i suoi sottoposti sono disposti al martirio (se lassariano fare ogni strassio) piuttosto che pagare la tassa de quattro mesi (e) lozare cavalli. A farla breve, il duca vedrà dall'esito di questo caso se lui gli è amico o inimico.

Reverendo in Christo patri et domino carissimo nostro domino Iacobo, Dei gratia episcopo Terdonensi.
Ludovico da Bologna, nostro famiglio, ne ha scripto che, havendo luy mandato el commandamento a tucti li homini del vostro vescovato per logiamento delli cavalli, quali gli tochano, et havendone anche parlato con la signoria vostra, vuy gli haveti resposto che per cosa del mondo li vostri non deliberano, nì de pagare la taxa de quattro mesi, nì delozare cavalli, et che piutosto se lassariano fare ogni strassio. Nuy se meravegliamo assay de tale resposta, perché ne pare comprendere che vuy consentiati che non debiano contribuire a tal carrico. La qual cosa, quanto sia honesta, el lassamo iudicare alla signoria vostra, perché la sa pur che ogni vescovo et prelato del territorio nostro contribuisse alozamento de cavalli. In breve parolle, adunque, ve facemo questa conclusione che, se li vostri sarano renitenti al commandamento deludovico, quale procede de mente nostra, saperemo [ 471r] che stima poteremo fare della signoria vostra, et come haveremo a vivere seco per l'avenire iudicaremo ancora se ne setti amico o inimico, et non ve ne scriveremo più parola. Data Mediolani, die x marcii 1453.
Irius.
Cichus.