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1261. Francesco Sforza al podestà di Pontecurone 1453 marzo 10 Milano

Francesco Sforza ricorda al podestà di Pontecurone che il defunto arcivescovo di Milano aveva accordate le entrate di Pontecurone e i relativi debitori, per i quali si è portato dal duca Sgabuino da Busseto, fattore dell'arcivescovato, che viene da lui mandato lì con la commissione di riscuotere quanto è dovuto alla Camera ducale. Ciò premesso, ordina al podestà che, ad ogni richiesta di Sgabuino, convochi detti debitori e, verificato il loro debito, non li lasci andare fino a che non abbiano saldato il dovuto. Faccia in modo che questo avvenga subito.

Prudenti viro potestati terre Pontiscuroni, dilecto nostro.
In la subventione, quale ne faceva el reverendo quondam monsignor arcevescovo de Milano et per la quale se era componuto con nuy, esso monsignore ce haveva assignate quelle sue intrade de Pontecurone et quelli debitori, per li quali è stato qua da nuy Sgabuino da Busseto, factore lì del'arcivescovato, el quale ne ha assignato rasone opportuna, et quale commandiamo lì cum commissione de rescottere tucti quelli debitori per la Camera nostra, como da nuy serai informato. Pertanto volemo, et per queste te commettiamo, che ad ogni rechiesta del dicto Sgabuyno debbi havere da te essi debitori, che luy te designerà, del dicto arcivescovato, et, constandote del loro debito, li astrenzi in ogni modo et non li lassi partire finchè non gli habiano pagato integramente, o factolo securo, per li loro debiti. Et questo sii senza dilatione, perché volemo questi denari de presenti per li bisogni nostri, quali non pono patire più dimora. Data Mediolani, die x marcii MCCCCLIII.
Christoforus Franciscus.
Cichus.