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1265. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1453 marzo 11 Milano

Francesco Sforza, rispondendo alle lettere di Sceva de Curte, consigliere e oratore ducale presso il doge di Genova, rivela che la madre di Bataglino lo ha messo in un grande imbarazzo con la richiesta di prendere suo figlio presso di sé. Se rispondesse affermativamente potrebbe dispiacere a Giovanni Filippo; in caso contrario dispiacerebbe alla madre e al doge, specie ora che sta per maturarsi una parentela tra il doge e Giovanni Filippo. Il duca poi assicura l'arrivo del salvacondotto a Stefano Doria. Per la riparazione della strada verso la valle Scrivia provvederanno le genti del posto. Approva che siano stati riconfermati i sedici di Balia. Ne approfitti per fare pressione per ottenere il sussidio con celerità, tenendo presente che i Veneziani e i nemici hanno incominciato a distribuire il soldo ai soldati, che hanno già comprato buona parte dei cavalli, il che consentirà ai nemici di anticipare i soldati sforzeschi. Non va, poi, scordato che quota del sussidio è destinata al marchese di Mantova, che, da parte sua, non cessa dal farne instanza. Si dice contento che i cittadini di lì facciano richiesta di salvacondotti ai signori di Monferrato per l'invio del sale fino al Po. Quanto allo scrivere da parte del duca a Firenze perché si diano al doge i denari dei fanti della piazza, scriverà in giornata. Si compiace dell'accoglienza fatta a Stefano Calvino, cancelliere dei signori di Monferrato. La notizia che si giunga a un accordo tra il doge e Giovanni Filippo rallegra lo Sforza. Rispetto al resto della polvere di Francesco Bianco, Sceva pensi a procurare del salnitro.

Spectabili militi et doctori domino Sceve de Curte, oratori nostro dilecto ad illustrem dominum ducem Ianuensem.
Havemo recevuto quattro vostre lettere, doe de data xxvii et ultimo del passato, et doe de data iii et iiii del presente. Et inteso quanto per quelle scriveti, respondemo alla parte, et primo, al facto de Bataglino, quale ne recomandala matre, quale vorria che lo acceptassemo appresso de nuy, et cetera, dicemo che dubitamo che non se dispiacesse a una delle parte, et maxime al magnifico domino Iohannefilippo, perché, acceptandolo che luy non el sapesse, ne pigliaria forte umbreza, et dicendosse cum luy et non se contentasse che lo pigliassemo, et siandone poy facto instantia per lo illustre misser lo duxe et per la matre de pigliarlo, et pigliandolo, se sdegnaria misser Iohannefilippo. Siché ne pare in questo doverli uno poco pensare prima che se fazi altro, maxime al presente, et siando per seguire, como ne scriveti, bona intelligentia [ 472v] et parentella fralo illustre duxe et dicto misser Iohannefilippo. Siché vuy pensate dal canto vostro et nuy pensarimo dal nostro, et avisaretine del vostro parere.
Al facto de misser Stefano Dorria, quale desydera havere uno salvoconducto, et cetera, dicemo che gratamente et della bona voglia gli lo mandarimo in bona forma, secondo chiedeti, per lo primo ne accade.
Alla parte della strata che è rotta verso Valle de Scrivia, et cetera, dicemo che le gente ordinate haveranno ad allogiare in quelli lochi circunstanti, saranno subito là et obviarano a tali rompamenti de strade et porassi andare securamente.
Alla parte che quelli xvi citadini della Balia sianno refermati cum auctorità, et cetera, dicemo che ne piace. Confortamovi et carricamovi quanto più possemo che vogliati instare cum ogni diligentia et solicitudine per havere lo subsidio del denaro subito, senza alcuno intervallo, perché li Venetiani et li inimici et emuli nostri hanno principiato a dare denari alle soe gente, quale hanno già comperato una bona parte delli cavalli, et ogni dì se vanno mettendo in ordine, che dubitamo non intervengha tale tarditate del dicto subsidio, che li inimici non ce anticipano al'ussire in campo, che saria uno desconzare de molti nostri desegni, avisandovi ancora che de dicti denari ne havemo (a) fare bona parte allo illustre signore marchese de Mantoa, che molto ne solicita et fane grande instantia. Siché vogliati, per Dio, fare tale opera circa la celere expeditione del dicto subsidio che habiamo senza tardità alcuna che, facendo prestissimo, receverimo doi benefici in una volta. Et avisatine subito de quanto circa ciò havereti seguito.
[ 473r] Alla parte che quelli citadini se contentariano potere praticare de ottenere uno salvaconducto da quelli signori de Monferrato de potere mandare el sale securamente per fin ad Po, dicimo che siamo contenti che lo obtengano.
Alla parte de fare scrivere a Fiorenza che allo illustre signore misser lo duxe sia resposto delli denari delli fanti della piaza, dicimo che vogliati confortare lo prefato illustre signore domino lo duxe che stia reposato et che se dia bona voglia, che faremo tale opera et usaremoli tale solicitudine che la soa signoria vegnirà ad havere el facto suo. Et cussì in questo dì ne scrivemo a Fiorenza in opportuna forma: et questo vogliamo sia nostra cura.
Al facto vostro de darvi qualche subsidio de potere vivere, et cetera, dicemo che credimo che questi denari del subsidio presto se debiano havere, et de quelli poy ve provederimo in forma haverete a stare contento, che quando se haverano li dicti (b) denari del subsidio, ordinaremo el facto vostro in bona forma.
Alla parte della accoglientia facta ad Stefano Calvino, (c) cancellero de quelli de Monferrà, ne piace et parce che, facendosse tale accoglientia et servandosse tali modi inverso simile persone, darasse da pensare alli dicti de Monferrà, et non se faranno sì gagliardi, como dimonstrano, et faranose li effecti et non parole.
Alla parte che se spera che debbia succedere bona pace tralo illustre signore domino lo duxe et misser Iohannefilippo ne piace grandemente; et cussì speramo che debia essere.
Maravegliamone che vuy non ce habiati scripto cosa alcuna circa il facto del resto de quella polvere de Francesco Bianco, et perché ne pare che sia una zachara, non deliberamo impazarne più cum esso. Pertanto vogliati vuy vedere de havere qualche quantità de salnitro, et de tucto ne advisate poy. Data Mediolani, xi marcii, hora xiii 1453.
Ser Iohannes.
Cichus.


(a) Segue tale op depennato.
(b) dicti in interlinea.
(c) Segue cancellero depennato.