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1268. Francesco Sforza a Bartolomeo da Bologna 1453 marzo 13 Milano

Francesco Sforza si dice contento per il fatto, come comunicatogli dal familiare ducale Bartolomeo da Bologna, che gli uomini del vescovo di Tortona abbiano accettato di dare alloggio ai cavalli, non curandosi, per il momento, di intervenire per le quattro tasse. A proposito delle quali e della difficoltà che trova in altre terre per la sistemazione dei cavalli, gli ribadisce che vuole alloggiare nel Tortonese quattrocentocinquanta cavalli vivi del Colleoni, e badi di non venire turlupinato, perciò chieda che gli uomini d'armi gli giurino e, a sua volta, si garantisca che trattasi di cavalli vivi. Siccome ve ne sono degli altri nel Pavese, procuri che siano riuniti tutti lì e provveda di non comportarsi come fece l'anno addietro con il cancelliere del Colleoni, perché farà controllare e, se lo troverà in errore, ne smenerà della sua amicizia con lui.

[ 474r] Nobili familiari nostro dilecto Ludovico de Bononia.
Ne piace, respondendo a doe toe, date a x del presente, che li homini del vescovo de Tardona siano contenti de allozare li cavalli gli tochano, et non dicemo altro se non che vogli attendere a farli allozare, perché al facto delle quattro taxe gli provederimo puoi. Alla parte della impossibilità, che dice essere in certe terre delle dicte quattro taxe et delozare cavalli, dicemo che omnino debbi lozare in Terdonexe quattrocentocinquanta cavalli vivi de quelli del magnifico Bartholomeo, ma habbi advertentia che in questo non possi essere inganato, imo cum il dare el sacramento alli homini d'arme et cum torre debita informatione, provedi che non habiano lozamento se non per li cavalli vivi, perché ancora ne sonno alcuni che hanno logiamenti in Pavese. Volemo provedi che quelli hanno li cavalli altroe li conducano lì, acciò non habiano lozamento in duy lochi, et supra tucto guarda bene che non habiano lozamento se non per li cavalli vivi, como è dicto de sopra. Ulterius guarda bene ad non fare, como tu facesse l'anno passato cum el canzellero d'esso Bartolomeo, avisandote che nuy mandaremo poy lì ad vedere, et se gli trovarimo defecto veruno non te haveremo may più per amico. Data Mediolani, die xiii marcii 1453.
Irius.
Cichus.