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1304. Francesco Sforza a Giorgio de Annone, a Lancillotto da Figino 1453 marzo 26 Milano

Francesco Sforza scrive a Giorgio de Annone, luogotenente, e a Lancillotto da Figino, cancelliere e referendario di Alessndria, e, rivolgendosi a Lancilotto, lo rimprovera per avere fatto detenere i dazieri dell'anno precedente in seguito all'ordine avuto dai Maestri delle entrate di costringerli a sborsare i denari dei quali sonno debitori. Rimprovera pure Giorgio per avere consentito tale detenzione, ma lo loda per il successivo loro rilascio. L'ammonizione ducale è che a loro non si dia molestia alcuna per questa ragione.

[ 490r] Spectabili(bus) ac nobili(bus) viris Georgio de Annono, locontenenti, Lanzaloto de Figino, cancellario (a) et referendario Alexandrie, dilectis nostris.
Hogi havemo recevuto unalettera de vuy, Georgio et Lanzalocto, de dì xxi del presente, continente che per le molte lettere che ti, referendario, hay recevute dalli nostri Magistri del'intrate, et maxime mò novamente, che dovesti astringere li datiarii del'anno passato ad exbursare li denari, delli quali sonno debitori realiter et personaliter. Per la qual cosa, volendo tu, referendario, obedire tale commandamento, hay facto destinire dicti daciarii che sonno una bona somma de cittadini, non havendo respecto, nì alla conditione delli tempi, nì ad cosa alcuna, del che ne meravigliamo et dolemo summamente, et più ne meravegliamo de ti, Zorzo, habii consentito che dicti citadini siano astrecti personalmente, como sonno, et ne è molto piaciuto che gli habi facto relaxare. Il perché volemo et vi commandiamo che non gli debati dare molestia alcuna per dicta casone, non havendo altro in contrario da noy. Et un'altra volta, in simile cosa, havereti uno poco più respecto et consideratione che non haveti facto in questa. Data Mediolani, die xxvi marcii 1453.
Iohannes Antonius.
Iohannes.

(a) Da Lanzaloto a cancellario in interlinea.