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1307. Francesco Sforza Giorgio de Annone 1453 marzo 27 Milano

Francesco Sforza assicura Giorgio de Annone di aver ricevuto le sue lettere e l'avverte che, venendo lì quei cittadini, abbia per raccomandati Marco Besana e Bartolomeo Rabuto, ambasciatori di quella comunità, cui ha dato risposte che faranno tutti, cittadini o gentiluomini o popolani contenti. Non ha ceduto Novi al Balivo: non vale, quindi, la raccomandazione per i suoi nipoti Quanto ai furti subiti dai cittadini sforzeschi da quelli del Monferrato sul territorio del Savoia e alla inefficacia della denuncia fatta agli ufficiali locali, l'avverte di insistere, perché anche lui ha scritto al luogotenente di Valenza e ne attende ancora il risultato. Gli comunica la venuta di Antonello dal Borgo, del conte Giovanni Angussola e di Giovanni da Scipione con i loro uomini d'arme per fare la scorta ai cittadini per lavorare dele vite. Compito allora di Giorgio sarà d'essere assai viglile perché alla scorta non s'accompagnino robarie o altri danni.

[ 491r] Georgio de Annono, locuntenenti Alexandrie.
Havemo recevuto nove lettere, doe date a xviii, xviiii et xx del presente, continente più parte, per le quale restiamo avisati de molte cose, et, respondendo, dicemo prima, che se quelli citadini venerano lì, haveremo recommandati messer Maceo Besana e Bartholomeo Rabuto, ambaxatori de quella comunità, sonno stati da nuy, quale havemo molto bene intesi, et respostoli per modo che restano contenti et satisfacti, et quando sarano retornati, siamo certi farano contenti tucti quelli citadini, zentilhomini et pupulani. Alla parte che tu dici havere inteso che habiamo donato Novo a monsignore Baylì et ne rechiede vogliamo scrivere unalittera de recommendatione in favore di toy nepoti, dicemo ch'el non è vero habiamo facto alienatione alcuna del dicto loco, ma quello havemo facto, se siamo mosti a fare per bene et utile del stato nostro, sich'el non bisogna scrivere alcuna cosa in favore di toy. Circala parte che tu dici li nostri essere robati per quelli de Monferrà sul territorio del'illustrissimo signore duca de Savoya, et ch'el, quantuncha ne habii scripto ali officiali del prefato duca, pur non gli è may facta provisione alcuna, né anche resposto aIe toe lettere, nuy non possiamo se non grandemente meravigliarne de questo, però volemo gli repplichi de novo et vede per ogni modo haverne resposta. Scrivemo, però, ancora nuy per l'aligata al locotenente de Valenza, per modo che speramo farà bon fructo; siché voglila mandare et fare sollicitare la resposta. Li soldati, quali hano a restare delà, vederemo de spazare de presente. Et perché siamo sollicitati da quelli citadini che gli vogliamo far fare le scorte per lo lavorare dele vite, havemo scripto ad Antonello dal Borgo, conte Zohanne Angussolla et Iohanne da Sipiono che vengano lì con le persone deli homini d'arme per farele dicte scorte, venendo lì. Adunche volemo li solliciti a fare le dicte scorte, mò ad una porta, mò ad un'altra, et, sopratucto, habii advertentia che nel fare dele dicte scorte non se commetta trabuto, ni robaria, neanche se toglino ligname fructifero, neanche se toglino li palli ali poveri homini, et in questo habii bona advertentia. Che habii concessalicentia ad quelli citadini de andare ala Petra et Montecastello per li soy lavoreri, molto ne piace et te ne commendiamo. Mediolani, xxvii marcii 1453.
Irius.
Iohannes.