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1317. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni 1453 marzo 28 Milano

Francesco Sforza riaccenna alla lunga vicenda giudiziaria di Uberto Spinola da Francavilla in lite con Antonio Doria per il possesso di Bissio. Il duca impone al Colleoni di procedere alla sua cattura; presolo, non lo si liberi fino a consegna ad Antonio Doria del luogo di Bissio. Non riuscendogli di impossessarsi di lui per altra via, vi proceda manu militari.

Magnifico Bartholomeo Coliono.
Seti informato como altre volte el nobile Antonio Doria quondam Iufredi, hebbe lettere da nuy patente, etiandio directive a vuy et a Zorzo de Annono, commissario nostro in quelle parte ultrapadine, continente ch'el fosse posto alla possessione de Bixio, como era declarato per lo nostro Conseglio, quale haveva oldire (a) le parte, et intesala casone, sapeti etiandio como Uberto Spinula da Francavilla, col quale vertivala differentia per la securtà, quale tolestivi daluy, et per l'opera vostra, vene qui già più giorni, acciochè de novo se oldisse l'una parte et l'altra et pianamente se fazesse quanto era da fare. Ma doppo che l'è olduto tante fiade, quante l'ha volsuto et gli è data commoditate de [ 494v] produre quanto sapeva divisare, et niente may ha saputo dimonstrare che vaglia, secondo ne ha informati el nostro Conseglio, credendo et sperando nuy ch'el se devesse inclynare alla dicta restitutione et fare quello deveva, habiamo trovato ch' el s'è scantonato et partito senzalicentia nostra et del nostro Consiglio, cossì segreto como de iustitia. Del che, maravegliandone et malcontenti et comprendendo ch'el se è deportato vilmente et deshonestamente, commettiamovi et vogliamo che cum ogni modo et via possibile cercati et v'ingeniati haverlo nelle mano et lo retegniati per finchè habbia facto consignare al dicto Antonio il predicto locho de Bixio, et satisfactogli de quanto gli ha fato portare de fora del suo, como è conveniente et debito, et haveriamo pensato ch'el devesse fare senza altra impulsione. Et quando, facta ogni diligentia, non lo possessivi aggiaparlo, nì haverlo in mane, studiativi etiandio, militari manu, procedere contra esso Uberto et remettere il dicto Antonio alla possessione d'esso locho de Bixio, et adimpire le dicte nostre lettere, avisandovi che ne scrivemo aluy et a Iacomo, suo fratello, quello ne pare. Scrivemo etiandio ad Nicoloso et li (b) fratelli suoy, consorti da Francavilla, che non solamente non gli dagano brazo et favore in questa casone, ma fazano quanto gli rechiedereti, etiam ve adiutano ad destenerlo. Ne scrivemo etiam al prenominato Zorzo, quale habia intelligentia cum vuy et adiutarà dal canto suo la facenda et, in absentia vostra, supplirà quanto bisognerà. Et vuy ve forzareti fare pentire el dicto Uberto et mandare molto bene ad effecto questa commissione et mente nostra, che ne sarà gratissimo. Data Mediolani, xxviii marcii 1453.
Facta in Consilio secreto.
Cichus.


(a) Così in A.
(b) li in interlinea.