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15. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 gennaio 1 Lodi

Francesco Sforza dice a Corrado Sforza Fogliani d'aver fatto bene a concedere un salvacondotto a Carozo Spinola che si è detto disposto ad andare con il fratello Umberto e alcuni altri Spinola da Filippo Spinola nella speranza di ridurlo all'obbedienza. Vuole che in accordo con Francesco Capra segua accuratamente questa vicenda in modo che il risultato sia conforme al desiderio ducale. Provveda di dare a ogni fante destinato alle fortezze di là un ducato del valore di 54 soldi ciascuno, ricuperandone la somma da chiunque si crederà, assicurandone il pagamento sulle entrate cittadine. Ammonisca i fanti di comportarsi bene con i gentiluomini Spinola e con quanti sono fedeli al duca, mentre Filippo e i suoi seguaci devono essere considerati nemici, dando così al doge e alla comunità genovese la certezza della determinazione ducale di cacciarli e di avere il luogo della Preda rendendo quella via sicura per le mercanzie che vi dovranno passare.

Magnifico Conrado de Foliano.
Ad una toa, respondendo, ti dicimo che ne piace la fidanza sive il salvoconducto quale hay concesso ad Carozo Spinula, quale dice essere proferto de andare con Uberto, suo fratello, et cum alcuni altri zintilhomini Spinuli a Filippo Spinula, sperandose che lo redurano alla obedientia nostra et de ciò te ne commendiamo. Al che non accade altra resposta, verum ti caricamo bene che, havendo con ti Francesco Capra bona intelligentia, et cossì ti con luy in questa cosa, debiate proseguirla cum ogni studio et pensiero, siché faciate che la cosa sortischa effecto secondo la voluntà et desyderio nostro, né li manchareti dal canto vostro in veruna cosa, quale cognoscati sia necessaria et expediente, como il simile scrivemo anchora al [ 9r] dicto Francesco. Volimo insuper provedi di fare dare ad quelli cento fanti, quali tu et dicto Francisco haviti ordinato mandarli ad fornire quelle forteze di là, uno ducato deli nostri, cioè di soldi liiii per ducato per fante vivo, li quali denari vede recuperarli da qualunque si voglia, promettendogli che li farimo restituire suxo l'intrate de quella città nostra et farimolo tandem contentare et satisfare. Ceterum vogliamo che admonischi talmente dicti fanti et ogniuno deli nostri che se deportano bene et humanamente cum quelli zintilhomini Spinuli et dele parte dela quale sonno obedienti ad nuy, siché non habiano aggravarse deloro, perché, altramente facendo, seria fare deli amici inimici, el che ne seria molestissimo. Ma volemo bene che tractano dicto Filippo Spinula, li suoy sequaci et ogni altro desobediente como nostri inimici et per modo che lo illustre duxe de Zenoa et quella magnifica comunità cognoscano per effecti che nostra totale volontà è de cazare dicto Filippo et suoy sequaci et destituirli infine et havere quello locho della Preda per asecurare la via et le mercantie che hanno andare et venire per quelle parte. Data Laude, die primo ianuarii 1452.
Cichus.