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188. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 febbraio 18 Milano

Francesco Sforza ingiunge a Corrado Sforza Fogliani di liberare con tutte le sue cose la moglie di Alessandro Lampugnani, che il duca ha destinato a castellano di Pontremoli. Se Bolognino da Casone ha qualcosa da rivendicare dalla moglie di Alessandro, domandi ragione, ma lo Sforza non vuole che per i guai della moglie, il marito ritardi il suo servizio, per cui ne potrebbe derivare scandalo e pregiudizio.

Magnifico Conrado de Foliano.
Sentimo che ad instantia del Bolognino da Casone o altro, tu hay facto arestare la molie cun certe robbe del nobile Alexandro dalampugnano per una obbligatione già più anni facta. Per la qualcosa, havendo ad andare altroe per nostri servicii dicto Alexandro et trovando tu ch'el debito non sia contracto da poy ch'esso [ 56v] Alexandro è stato castellano lì per nuy, volimo che, senza veruna exceptione, tu liberi o faci liberare dicta soa moglie et robbe. Et se dicto Bolognino se pretende dovere (a) havere, domandi ragione et gli serà facta, avisandote che havendo noy deputato dicto Alexandro nostro castellano a Pontremulo, non voressimo che, per el suo stare in tempo et dimora, non voressimo che intervenesse scandalo né preiudicio alcuno. Ma como havimo dicto, se dicto Bolognino se pretende creditore domandi et gli serà facto ragione. Data Mediolani, die xviii februarii 1452.
Cichus.


(a) dovere in interlinea.