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205. Francesco Sforza a Marchesino Stanga 1452 febbraio 13 Milano

Francesco Sforza dice a Marchesino Stanga d'essere assai sorpreso per la sua partenza da lui senza ragione evidente. Quel che più gli dispiace è il sospetto che ha di presentarsi davanti a lui, mentre in qualsiasi ora del giorno e della notte lo rivede con piacere. Gli manda la presente lettera che gli vale come salvacondotto per recarsi da lui e da Bianca Maria e di soggiornare: potrà muoversi a suo piacere, come più dettagliatamente gli dirà Angelello da Lavello.

[ 61v] Marchesino.
Ne siamo alquanto maravegliati dela toa partita da nuy senza veruna casone, per quanto nuy sapemo, et più ne meravigliamo che sii in dubio et suspecto de retornare alla nostra presentia, atento che d'ogni hora et de dì et de nocte puoy venire a tuo piacere dove se ritrovala persona nostra. Et perché molto desyderamo sentire da ti medesmo quale sia stata et siala casone della tuoa absentia et del non volere liberamente retornare da nuy. Et adcioché tu, senza suspecto alcuno, maliberamente, possi da nuy venire, te scrivemo questa nostralittera per la quale te concedemo pienalicentia et salvoconducto pienissimo de possere ad ogni tuo piacere venire da nuy et dala illustrissima nostra consorte madonna Biancha, et apresso noy stare, demorare, dormire, manzare, bevere vino biancho, vermiglio, guarnazola, malvasia o vino de Tiro, o qualunque altro vino più te delectarà, et zocare a qualunque zocho, quale più a ti piacerà, senza tu sii represo de veruno fallo tu commettesse, et non ti serà facto despiacere veruno in la persona, nì in facti, nì in dicti, nì da vero, nì da beffe, et te possi in conclusione partire et andare dove tu voray a tuo bono piacere, como più largamente te serà referito per parte del strenuo Angelello dalavello in nostro nome, como quello ch'è pienamente informato della mente nostra circha il facto tuo. Data Mediolani, die xiii februarii 1452.
Iohannes.
Iohannes.