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209. Francesco Sforza a Niccolò da Palude 1452 febbraio 25 Milano

Francesco Sforza risponde alle lettere inviategli da Niccolò da Palude e replica al suo suggerimento di addossare alla città di Alessandria l'onere della sistemazione di cento cavalli dei fanti sopravvenuti. Gli ingiunge di dare ai nuovi fanti le tasse dei fanti andati nel Genovese, tasse che saranno trasferite ai fanti che sono dentro Alessandria. Quanto alla grida sulle licenze, vuole si precisi che, se entro i termini in esse stabiliti le licenze non saranno state usate, gli saranno tolte. Al termine predetto vuole dunque avere informazione delle licenze inattuate o non completate.

Nicolao de Palude.
Inteso quanto ne hay scripto per toe littere, te respondemo, et primo, alla parte del facto deli logiamenti de quelli fanti sopragionti, che dici lo destricto de Alexandria essere troppo gravato et che saria meglio dare questo caricho alla città perché, dandoli caricho per logiamento de cento cavalli, non se poriano debitamente lamentare, et cetera, che non bisogna, ne daghi in questa materia consiglio, perché sapemo che fare in questo meglio de ti. Siché ne pare, et volimo, secondo t'è stato scripto, faci dare alli predicti fanti vivi sonno sopragionti quelle taxe delli fanti sonno andati in Zenoese, benché nostra intentione è, assetato che serà questo facto, fare dare dicte taxe, per levarne la spesa dale spale, alli [ 64r] fanti che sonno dentro de Alexandria, perché alla città non possimo dare più caricho, né nuy deliberamo portare questa spesa. Alla parte della crida facta soprale licentie, dicemo che debi avisare ogniuno che se fra il termino della dicta crida non haverano adimpite le loro licentie, gli serano tolte, poy, spirato il termino d'essa crida, volimo ne advisi dele licentie non serano adempite et quanto gli restarà per fornire de adempirle. Circha vero la parte de potere fare le licentie, perché se ne cavaria più dinari, dicemote che le licentie volimo fare nuy. Data Mediolani, die xxv februarii 1452.
Marchus.
Cichus.