Registro n. 13 precedente | 214 di 1330 | successivo

214. Francesco Sforza al vescovo di Tortona 1452 febbraio 26 Milano

Francesco Sforza avverte il vescovo di Tortona dell'insolente comportamento del suo vicario che ha disposto dei diciotto ducati sequestrati dall'economo ducale agli affittuari dell'abate di Sant'Alberto, debitore della Camera ducale. Il duca gli ha imposto di pagare i diciotto ducati di tasca sua. Sollecita il vescovo ad ammonire il vicario perché sia più savio.

Episcopo Terdonensi.
Quello vostro vicario ha usato una deshonestà che più se pò appellare presumptione in tuore luy stesso de mane a certi fictabili del'abbate de Sancto Alberto, debitore della Camera nostra, ducati xviii, quali haveva sequestrato appresso loro el nostro iconimo lì per dare ad uno nostro messo, al quale li havemo assignati per cosa importante, et non gli è valuto fare instantia per lo dicto iconimo a nostro nome che ha pur menato la cosa ad beffe, donde havemo deliberato et volimo per ogni modo che luy li paghi di suoy et cossì [ 65v] gli scrivemo in opportuna forma. Per la qual cosa, rendendose nuy certi che questo non sia proceduto de vostra volontà, certificamo la reverente vostra paternità et carichamola quanto più possimo che la voglia admonire dicto vostro vicario che da hora inante non faci simile insolentie, et fare per ogni modo ch'el exborsi dicti ducati xviii, certificandolo che se non lo farà li faremo dele cose che li despiacerano. Ex Mediolano, die xxvi februarii 1452.
Cristoforus Franciscus.
Cichus.