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231. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 marzo 3 Milano

Francesco Sforza dice a Corrado Sforza Fogliani di aver inteso quanto afferma il castellano di Bassignana e ciò che ha riferito Stefanino Visconti, al quale egli ha espresso la propria opinione e detto quanto ritiene sia da farsi. Comprese le lamentele dei provisionati di lì per le spese delle bocche vive, vuole li assicuri che verranno tolti di lì e condotti al campo. Non ha dubbi che il podestà di Frigarolo sia un fedele suo servitore: lo assicuri, comunque, che le due paghe che gli sono state tolte in seguito gli verranno restituite.

Magnifico Conrado de Foliano.
Havimo inteso quanto te ha facto dire el castellano de Bassignana, et anche quanto ne ha riferito Stefanino Vesconte, sopra il che havimo dicto la dispositione et mente nostra a dicto Stefanino, secondo intenderay daluy, et quanto ne pare da essere exequito. Aluy adoncha sopra ciò crederay quanto alla persona nostra. Similiter havimo inteso quanto tu ne scrivi delli nostri provisionati lì che se agraveno de non potersi mantenire per le spese dele boche vive. Ti dicimo che gli responde che se diano bona voglia, perché presto li levarimo delà et gli provederimo per menarli in campo, in modo che se contentarano. Alla parte del podestà del Frigarolo, noy credemo ch'el ne sia cossì fidele servitore, como tu ne scrivi, et cossì lo reputiamo, ma, consyderato che quelle doe paghe non se gli togliono, se non in prestito et omnino se gli restituirano, confortalo ad havere patientia et servircene volontera. Data Mediolani, die iii marcii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.