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258. Francesco Sforza al vescovo e al clero tortonese 1452 marzo 10 Milano

Francesco Sforza esprime al vescovo e a tutto il clero tortonese la sua delusione perché, contrariamente alle promesse, non si sono minimamente mossi per il versamento del contributo di quattrocento ducati d'oro. Dà loro altri otto giorni di tempo, ma vuole che effettuino il versamento concordato.

Reverendis in Christo patri ac venerabilibus dominis, Dei gratia episcopo, et toti clero Terdone nobis dilectis.
Reverendi in Christo patre ac venerabiles, li messi quali forono qua ad vostro nome et se composero con la Camera nostra in quattrocento ducati d'oro per la subventione per nuy rechiesta, se partireno da nuy con questa conclusione, che immediati, como fossero li, dovevano mettere modo a recuperare li dicti denari de presenti, et tanto più facilmente nuy se rendessimo a quella somma, quanto che più presto se dovevano havere, che se ne potessemo adiutare a questi nostri bisogni. Fin a qui nuy non intendiamo che voy gli habiati messo altra forma, del che ne maravigliamo. Per la qual cosa de novo confortiamo la reverenda vostra paternità, caricando et stringendo che subito vogliati provedere per ogni modo che [ 78v] li dicti ducati cccc se habiano de presenti, infra octo dì al più tardo, senza difficultà o exceptione alcuna, perché il nostro bisogno non pò patire più dimora, che fin adesso li havemo assignati per cosa importante al stato nostro. Siché non voliati manchare per veruno modo che altramente, non seriamo contenti de vuy. Data Mediolani, die x marcii 1452.
Christoforus Franciscus.
Cichus.