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264. Francesco Sforza al podestà di Novara 1452 marzo 11 Milano

Francesco Sforza comunica al podestà di Novara che manda lì un suo messo per la riscossione del tributo del bue grasso, ed espressamente, venticinque ducati d'oro dall'abate di Romanengo e altrettanti dal prevosto di Dolzago, denari che dovranno essere riscossi entro un giorno. Se saranno renitenti a pagare, si rifaccia sui loro beni, sui fittabili e i debitori loro, addebitando loro anche le spese del messo ducale.

Nobili viro ac potestati nostro Novarie dilecto.
Mandiamo lì el presente portatore, al quale habiamo assignati ducati cinquanta d'oro, di quali sonno debitore della Camera nostra, per casone del bove grasso, cioè domino l'abbate de Romagnano de xxv, et lo prevosto da Dolzago de xxv, per tuore li dicti denari et solicitarà che sianno rescossi. Et perché intendiamo che sonno alquanto retrogradi, volemo, et per queste te commettemo, che admonendoli che fra uno di (a) habiano pagato dicti denari. Se adciò seranno renitenti, contraloro beni, fittabili et debitori procedi con ogni opportuna executione per modo che subito paghino dicti denari, senza remissione alcuna. Et cossì li faray numerare al dicto nostro messo et satisfare dele spese, si per loro manchamento starà impedito lì. Ex Mediolano, xi marcii 1452.
Christoforus Franciscus.
Cichus.


(a) in interlinea.