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279. Francesco Sforza a Giovanni Taracio 1452 marzo 18 Milano

Francesco Sforza informa Giovanni Taracio, economo di Tortona, che il suo famigliare Santo mandato per riscuotere il tributo del bue grasso non ne ha ricavato neppure un soldo. Se i prelati persistessero nella loro indifferenza si rifaccia su beni, fittavoli e debitori loro in modo che si abbia il tributo e anche il saldo delle spese affrontate da Santo, che farà ancora ritorno per la debita colletta.

Iohanni Taracio, iconomo nostro Terdone.
Sancto, nostro famiglio, quale habiamo mandato lì per tuore li dinari del bove, di quali sono debitori dela Camera nostrali abbati, quali te ha dato Francisco Maleta per nota, ce ha notificato como fin a qui non ha potuto retrarne uno denaro, il che procede, sì per tuo mancamento in essere troppo lento et tepido, como per la loro renitentia, donde ne maravigliamo et dolemo di facti tuoi. Pertanto per le presente te commettiamo et volemo che procedi contrali predicti abbati, et lor beni, et fitabili, et debitori, con ogni opportuna exentione et transferendote daloro et facendoli ogni instantia per nostra parte, denique usi quelli modi et vie che te parirano expedienti, che subito senza dimora o remissione alcuna paghino li predicti denari al predicto Sancto, el qual starà li ad le lor spese per insino sii satisfacto. Et questo non manchi, per quanto tu hai carala gratia nostra. Mediolani, 18 martii 1452.
Cichus.