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280. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 marzo 18 Milano

Francesco Sforza ordina al fratello Corrado Sforza Fogliani, luogotenente di Alessandria, di convocare le parti, di cui nella supplica di Sorliono Pellato del Castellazzo, e, intesele, giudichi come onestà e giustizia richiedono. Cerchi di sbrigare tutto presto, perché Urbano, padre di Sorliono, dice che si deve risolvere la faccenda della richiesta dell'ebreo, nominato nella supplica, il quale chiede che gli si ridiano i sette ducati, già imprestati, ma dall'ebreo poi condonati in seguito a un beneficio ricevuto. Caso ancor questo che Corrado deve risolvere in modo che non si richieda indietro quanto è stato donato.

[ 85r] Magnifico fratri nostro carissimo Conrado de Foliano, locumtenenti Alexandrie.
Sorliono Pellato della terra nostra del Castellazo ne ha sporto la supplicatione inclusa, della quale intesala continentia, te commettiamo et volimo che, recevuta questa, habbi da ti le parte et curi intendere questo facto, et intesal'haveray, gli provedi secondo parirà a ti la iustitia et honestà rechiede, in modo chi, nì vuna parte, nì l'altra habialegitima casone de lamentarse. Et sopra tucto vede de spazarlo presto, perché Urbano, padre del dicto Sorliono, dice che zudeo, nominato in la dicta supplicatione, altre fiade gli dona septe ducati, quali gli haveva imprestati, et questo per beneficio recevuto daluy, et adesso li vole. Volemo che anchora intendi questo facto, et trovando che una volta gli li habia donati, provedi che non gli possi domandare più. Data Mediolani, die xviii marcii 1452.
Irius.
Cichus.