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318. Francesco Sforza a Giovanni Giappano 1452 marzo 26 Milano

Francesco Sforza conferma a Giovanni Giappano, ufficiale della cittadella di Alessandria, di aver dettto aluca di andare dalui non appena sistemato il muro, ma ciò avvenne perché gli si era dato d'intendere che non vi fosse altro da fare. Informato che vi sono ben altre cose da fare, gli ordina di stare pur lì e di procurare che si faccia ogni cosa presto e bene.

Nobili dilecto nostro Iohanni Giappano, officiali super citadella Alexandrie.
Ad quanto ne scrive, te respondemo che, è vero dicemo ad Lucha che immediate, alzato el muro ruinato, ce ne venisse da noy, perché ne havia dato ad intendere non ce era altro che fare che quello, ma poychè ce sonno tante altre cose, como ne scrivi, volemo et commandamote expressamente non te parti per modo alcuno, anzi resti Iì et attendi con ogni solicitudine che queste cose se faciano et con presteza. Delle altre cose non occorre respondere altro, si non che hay facto bene. Attendi pur che quelli lavori se faciano et quanto più presto, meglio. Mediolani, die xxvi marcii 1452.
Facinus.
Cichus.