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322. Francesco Sforza a Giovanni da Alessandria, ad Antonio Guidobono e ad Andrea Fulgineo 1452 marzo 28 Milano

Francesco Sforza scrive a Giovanni da Alessandria, ad Antonio Guidobono e ad Andrea Fulgineo a Genova, in merito al ricatto di cinquantamila ducati richiesti dai Genovesi quale garanzia, contravvenendo con tale clausola allo spirito della lega, che si basa su amicizia e mutua benevolenza, come accadde con Filippo Maria Visconti, pur in guerra con Genova e Venezia, che chiese a Venezia del sale per la Lombardia. Li esorta ad accordarsi con il doge e con la comunità per provvedere ad avere subito i denari con la sola garanzia del duca. In caso contrario, ordina ad Antonio e ad Andrea di venirsene via, lasciando Giovanni.

Domino Iohanni de Alexandria, Antonio Guidobono et ser Andree de Fulgineo, Ianue commorantibus.
Havemo inteso quello per le littere vostre de dì xxiiii del passato ne scriveti circha lo recato delli L mila ducati, che bisogna, per haverli, se facia la liberatione per signori Fiorentini et per nuy, per modo la possono monstrare et che intendano signori Zenovesi che questa liberatione sia per tucto lo tempo della liga, et cetera. Dicemo che de questo ne maravigliamo, quanto dire se possa, perché el non è may stato rasonato, como sapeti, che questaliberatione sia se non per questo anno tanto, et che mò che credevamo la cosa fosse conclusa et firmata sia facta questa innovatione, non possemo fare che non ce ne maravigliamo et che non ce gravamo pur assay, perché questa liga, che è stata facta fra nuy là, è stata facta per mantenere l'amititia et fraternale et mutua benivolentia, et per darsi favori, reputatione et adiuto et subsidio al'uno et ad l'altro, et cossì crediamo firmamente debbia essere [ 99v] volontà et dispositione del'illustre signor duxe et de quella magnifica communità. Et como haveti veduto, amorevolmente et fraternalmente ne havemo rechiesto questo adiuto de questi L mila ducati ad nostro costo et interesso, et havimo resposto essere contenti dellaliberatione della guerra per mare per questo anno. Et che mò dicati che la se voglia intendere questaliberatione per tucto il tempo della liga, ne aduce ancora più admiratione, consyderato che questo non è may stato rasonato se non del presente anno et, facendolo altramente, pareria che la liga fosse dissoluta, de che li inimici pigliarano animo et ardire, et ad nuy et allaliga nostra, per lo contrario, seguirà pocha reputatione et manchamento de reputatione et de honore, et etiam preiuditio et detrimento, et seria mille volte meglio che la non fosse may stato facta. Siché questa variatione pareno casone de obviare ch'el recato delli dicti L mila ducati non habia locho, de che, como havimo dicto, ce dogliamo assay che, per havere questo servitio sotto nostro interesse, ne sia posto tante varietà et scropoli, consyderato che, quando la bona memoria del'illustrissimo signor duca Filippo era in guerra con dicta comunità, etiam con la signoria de Venetia, el dicto signore ebbe da Venetiani commodità et servitio de havere dal sale per uso de tuctalombardia. Siché, se luy hebbe questo commodo et servitio (a) da Venetiani, quali gli erano inimici et erano con luy in guera, a fortiori tenevamo havere questo servitio et piacere da signori Zenovesi, con li quali siamo coniuncti de fraternità, amicitia et intrinsecha benivolentia 100r et, a maiore, per vinculo deligha et de confederatione. Attento etiam che questi denari li vegnano ad spendere et consumare in benefitio de quella città perché, facendo noy bene dal canto de qua, como speramo, tucto ritorna in exaltatione et mantenimento del stato de quella città et della republica sua. Per la qual cosa volemo che, recevuta questa, ve ritrovati con lo illustre signore duxe et con quella magnifica communità et con tucti quelli che vi parerà bisognare, et che vedati se questa facenda de questi denari pò havere locho de presenti et senza più dilatione, facendo noy la securtà, item laliberatione, secondo havemo mandato a dire per ser Andrea. Vogliati subito concludere et advisarcene, caso che non, vuy, Antonio Guidobono et ser Andrea, ve ne (b) veneti via et non stati più lì a perdere tempo, et vuy, misser Iohanne, poteti remanere per le altre faccende.
Circha il fatto della Preda, per ser Andrea havemo mandato a dire quello che sapiamo et possiamo, siché aspectarimo la resposta. Data Mediolani, die xxviii marcii 1452.
Ser Iohannes de Ulexis.
Cichus.
Poliza.
Alla parte de misser Spinetta, havemo inteso quello ne haveti scripto, et cetera. Dicemo che gli respondiati gratamente quanto vi pare, et si vi pare che habiamo a fare altro circa ad ciò, ne vogliati avisare.


(a) et servitio in interlinea.
(b) ve ne in interlinea.