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328. Francesco Sforza a Nicola Campanario 1452 marzo 30 Milano

Francesco Sforza vuole che Nicola Campanario, commissario sopra gli alloggiamenti dei cavalli in Alessandria, osservi la licenza concessa a Guglielmo Lanzavecchia di condurre il quantitativo di biade indicato nella licenza; a tal fine gli prolunga i termini di quindici giorni. Lo avverte che, come già scrisse al suo predecessore Niccolò da Palude, può cavare cento some di biade senza alcun pagamento.

Nobili viro Nicolao Campanario, commissario super alogiamentis equorum Alexandrie, nostro dilecto.
Volimo che a Guilielmino Lanzaveghia observi la sualicentia gli havemo concessa, non obstante alcuna altra cosa in contrario. Et adciochè meglio possa condure quella quantità de biave se contene in essalicentia, gli la prorogamo per xv dì proximi ad venire, doppo finito il termino se contene in dictalicentia. Ulterius (a) perché dicto Guilielmino quando li concessimo dicta licentia, ne satisfeci per la tracta de some cento, scripsemo a Nicolò da Palude, tuo precessore, che, per la tracta de dicte some cento, non gli dasesse impazo alcuno. Pertanto volimo che ancora ti gli lassi cavare dicte somme cento, senza pagamento alcuno de tracta, havendo perhò advertentia che, se per lo tempo [ 102r] del dicto tuo precessore ne havesse conducto niente, se gli sconti in modo che non conduca più che somme cento senza pagamento. Data Mediolani, die xxx marcii 1452.
Marchus.
Cichus.


(a) Segue quando depennato.