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331. Francesco Sforza a Francesco Capra 1452 marzo 31 Milano

Francesco Sforza, dopo aver ripetuto a Francesco Capra l'accenno all'incontro con Bernabò Spinola con il richiamo dei sospetti genovesi sulla volontà ducale di trattenere di proposito Filippo Spinola alla Preda, gli confida che, ai dinieghi di rispondergli a certe domande, ha fatto seguire una concessione: la sostituzione del castellano di Pallavicino con Giovanni Giacomo di Cerreto, uomo capace e di fiducia, motivo per cui egli deve andare là con la lettera che gli allega e con il contrassegno che gli fa avere dal cavallaro Marcolo da Homa. Solleciterà il castellano a consegnare la rocca e provvederà che egli sia soddisfatto di tutto quanto gli compete. Ciò fatto, metterà Giovanni Giacomo nel possesso della rocca imponendogli il giuramento della fedeltà, di non allontanarsi senza preventiva autorizzazione, di non consegnare la rocca a chi è privo del contrassegno. Consegnerà, infine, con annotazione scritta, tutte le munizioni. I pagamenti verranno fatti nei tempi previsti.

Nobili familiari nostro dilecto Francisco dela Capra.
È stato qui da nuy Bernabò Spinola, lo quale, havendone domandato alcune cose, non gli li havemo voluto concedere per non confirmare Zenovesi in quella suspitione che hanno havuto fin al presente deli facti nostri: cioè che nuy havemo tenuto in la Preda Filippo Spinola et che, se havessimo voluto, luy ne seria ussito fuora. Et gli havemo dicto, finché questo facto della Preda non sia chiaro, non gli concederessimo quello ne domandava; siché se ne ritorna expedito, secondo intenderay, ma, pur frale altre havendone domandato, una [ 103r] cosa, gli l'havimo concessa: cioè de rimovere lo castellano da Palavixino, per li modi che l'à tenuti da qui indreto, et in suo scontro gli havimo deputato Iohanne Iacomo da Cerreto, nostro subdito, del quale havimo chiara informatione, che l'è persona da bene, sufficiente et fidata. Siché volimo che, con l'alligatalittera, tu te transferischi da quello castellano, che gli è de presenti. Et con lo contrasigno che te mandamo per Marcholo da Homa, nostro cavallaro, presente portatore, al quale castellano scrivemo, che per alcune cose havimo ad exequire dal canto dellà, te debbia consignare la dicta rocha, et tu vedi che, con quelli tali a chi specta, che ad esso castellano sia satisfacto de quello che deve havere, overo che l'habbia tale promessa, che sia securo de havere lo facto suo como è iusto et rasonevele. Siché vedi de havere in ti la rocha supradicta et, havuto che l'haveray, metterane in possessione lo dicto Zohanne Iacomo, dandogli primalo debito sacramento, che la tenga a nome et fidelità nostra; et che delì non se parta senza nostra expressalicentia et non consigni essa rocha ad homo che viva, senza nostro contrasigno, lo quale volimo che tu debbi fare cum luy, et una parte gli lassaray et l'altra mandaray in mano de Cicho, nostro secretario, per lo cavallaro predicto, consignando al dicto castellano in scriptis tucte le monitione che sonno in la rocha, et manchandogli cosa alcuna, provedegli como ti pare che stia bene. Credimo che tu habbi bene inteso che quello castellano presente habbia tenuti cativi [ 103v] modi et se habia male governato, la qual cosa è proceduta solamente per li tristi deportamenti che gli sonno stati et per non havere havuto li debiti pagamenti, como è rasonevele. Et adciochè per necessità alcuna dicto Zohanne Iacomo non habbia da fare como ha facto lo castellano predicto che tucto ha facto per extrema necessità et bisogno, volimo che tu pigli bona et sufficiente securtà da quelli che sonno tenuti a questo pagamento, videlicet che promettano de pagare esso castellano alli tempi debiti et ordinati perché non habia casone incorrere in alchuno inconveniente, la quale premessa et cautione vedi de havere in Tortona, como ne ha offerto lo supradicto Bernabò, et se per caso non se potesse haver lì, fa' che ne advisi subito perché se possa providere ad quanto serà bisogno. Et questa spesa del castellano volimo che se paga del'intrata de quella Valle et de quello loco, et dello resto volimo che sia resposto alli figlioli del quondam Leonello Spinola et alli altri che gli hanno a fare. Siché andaray là et vedi de intendere quelle cose molto bene et al tucto provederay per forma che nuy non ne habiamo più affano; et advisano como haveray facto per lo dicto cavallaro. Data Mediolani, die ultimo marcii 1452.
Persanctes.
Cichus.