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339. Francesco Sforza a Giacomo Scrovegni da Padova 1452 marzo 31 Milano

Francesco Sforza redarguisce Giacomo Scrovegni di Padova, podestà di Novara, per l'ordinanza fatta agli uomini di Battista dal Borgo, incaricati della riscossione della tassa del carriaggio, di non molestare i cittadini di Novara perché non sono tenuti a tale pagamento. Deve tenere presente che nessuno è esentato né dalla tassa dei cavalli né da quella del carriaggio. Non intralci più tale versamento.

Nobili viro Iacob Scrovigno de Padua, potestati Novarie nostro dilecto.
Havimo veduto uno commandamento che tu hay facto ad quelli messi de domino Baptista dal Borgo, quali vano rescodendo li denari del carregio, che non debiano molestare alcuni citadini de Novaria, allegando ti che sonno citadini de Novara et che per questo non deneno pagare, della qualcosa ne siamo grandemente maravegliati et non sapiamo per quale casone tu l'habi facto, perché al facto de questo carregio et de taxa de soldati non è preservata persona alcuna exempta, anzi volemo che ogni persona per la ratta parte soa contribuisca alla dicta spesa. Et perhò hay facto malissimo ad devetare che non se scodali denari del carregio, et donde tu doveresti adiutare et favorire iuxta posse che dicti denari se rescodesseno presto per potersene adiutare alli nostri bisogni, fay tucto il contrario, che non te poteressimo dire quanto despiacere ne habiamo havuto. [ 106v] Et pertanto volemo et commandiamoti che tu non te debbi per alcuno modo impazare più a dare impedimento al rescotere delli dicti denari, anzi dargli ogni adiuto et favore opportuno, siché prestissimo siano rescossi, como è informato ad pieno dicto domino Baptista, certificandote che nostra intentione è che alla dicta spesa non sia preservata persona alcuna exempte, anzi volemo che ogniuno contribuischa per la ratta parte soa. Data Mediolani, ultimo marcii 1452.
Zanninus.
Iohannes.